Lettera aperta al ministro Profumo

Coordinamento Idonei Sapienza Il Messaggero, 10.2.2012

Caro Ministro, a leggere il bando di concorso pubblicato di recente dall'Ateneo La Sapienza di Roma, bando che utilizza i fondi stanziati dal Parlamento attraverso il Piano Straordinario per l'assunzione di nuovi professori associati, si rimane sbigottiti e increduli. E ci si chiede quale perverso genio dell'amministrazione pubblica abbia mai potuto immaginare una procedura così irrazionale e irragionevole, così irrispettosa della legge e così oscura. Esattamente l'opposto di quello che ci si sarebbe attesi da un governo di “tecnici”, molti dei quali peraltro professori universitari, che vuole fondare la sua azione e il suo consenso sui capisaldi dell'equità, della trasparenza e del ripristino della legalità.

Il bando della Sapienza, infatti, prevede la messa a concorso di cattedre da associato non su singole materie, individuate dai Dipartimenti, secondo le norme della legge 240/2010 e del regolamento di Ateneo, ma su aree CUN, le quali come è noto possono racchiudere più di venti materie, tecnicamente dette settori scientifico-disciplinari, totalmente diverse una dall'altra. La conseguenza ovvia sarà che si assumeranno professori associati che i Dipartimenti non hanno richiesto e di cui l'Ateneo non ha bisogno.

Di più, sempre in contrasto con la legge, le commissioni che saranno chiamate a valutare sono composte da cinque professori sorteggiati per ciascuna area CUN, cosicché è del tutto evidente che questi cinque membri potranno giudicare adeguatamente solo i candidati appartenenti alle loro stesse materie, mentre saranno manifestamente incompetenti a valutare candidati appartenenti ad altri settori scientifici, con la conseguenza di generare situazioni di disparità e di discriminazione tra i candidati.

Stravolgimento delle legge e dei regolamenti, manifesta incompetenza delle commissioni, è questa la qualità e l'efficienza del sistema universitario che il governo sta ricercando?

Il bando della Sapienza, inoltre, non prevede alcuna riserva, pure prevista dalla legge e dal regolamento di Ateneo, per coloro che hanno già vinto un concorso pubblico a professore associato e che prestano servizio come ricercatori nell'Ateneo, sobbarcandosi da anni il lavoro aggiuntivo delle docenze che, come Lei sa bene, non è previsto per i ricercatori, ma a cui si è costretti a ricorrere per le abissali carenze d'organico che ormai registra l'università pubblica italiana. Questi ricercatori sono i cosiddetti “idonei” dei concorsi a professore associato e ordinario banditi nel 2008, concorsi che, Lei ricorderà, erano stati già riformati dall'allora ministra Gelmini con l'introduzione del sorteggio su scala nazionale dei membri delle commissioni, come massima garanzia di trasparenza dei risultati e di premiazione dei migliori.

Valorizzare le risorse interne, il cui costo effettivo è di fatto nullo, dovrebbe essere uno dei principali compiti di un'amministrazione pubblica che si proponga di coniugare qualità ed efficienza. Il bando della Sapienza, non prevedendo alcuna riserva per gli idonei già strutturati, utilizza la somma stanziata dal Governo in modo inefficiente oltre che iniquo. E, contrariamente alle intenzioni del legislatore che ha stanziato quella somma per favorire la progressione di carriera dei ricercatori, di fatto, il bando sembra voler utilizzare quegli stessi fondi non per l'assunzione di nuovi professori ma per i trasferimenti presso l'Ateneo romano di professori associati già in servizio in altre sedi, consolidando vecchie clientele e creandone di nuove.

Con quegli stessi fondi, invece, si sarebbero potuti assumere tutti gli idonei associati interni, come è stato fatto dalla gran parte degli Atenei d'Italia nel corso del 2011, compreso il Suo, il Politecnico di Torino; si sarebbe potuto accantonare una provvista per i ricercatori che supereranno l'abilitazione ormai in vista e trasferire alcuni professori associati già in servizio di cui vi fosse stato realmente bisogno, portando il totale delle assunzioni certamente a più del doppio dei 74 posti previsti dal bando. Un bel risultato per un Ateneo che ha visto diminuire il suo organico negli ultimi cinque anni di centinaia e centinaia di unità.

Ci è noto che Lei ha presente e che Le è stato fatto presente anche dagli Atenei che non hanno beneficiato dei fondi del Piano straordinario per l'assunzione dei professori associati che esiste un problema degli “idonei” in attesa di assunzione, e ci domandiamo come il Governo intenda risolvere questo problema nel rispetto del merito, della legge, dell'equità e della trasparenza. Il bando pubblicato dalla Sapienza è ben lontano da questi principi che, insieme alla qualità e all'efficienza, dovrebbero informare la gestione della cosa pubblica, soprattutto in un momento nel quale si richiedono pesanti sacrifici ai contribuenti in nome del risanamento economico e di una nuova moralizzazione della vita pubblica.