Quell’assenza da scuola
giustificata per legge

 Tuttoscuola, 27.2.2012

L’emergenza neve con tante scuole chiuse e con giorni di lezione che saltano hanno costretto il Miur a precisare criteri e condizioni per la validità dell’anno scolastico.

Per quanto riguarda gli studenti resta confermato il limite minimo di presenza alle lezioni per almeno tre quarti del monte ore annuo, rimettendo ai collegi dei docenti ogni decisione sulle deroghe a quel limite, compresi i giorni di chiusura per neve.

Ancora una volta, però, resta senza riposta la delicata questione, dai risvolti costituzionali e istituzionali, della legittima assenza dalle lezioni degli studenti che non si avvalgono dell’insegnamento della religione cattolica e che optano per l’uscita anticipata dalla scuola.

Una non presenza a scuola che viene considerata presenza a tutti gli effetti per 33 ore all’anno, cioè per il tempo previsto dagli ordinamenti scolastici per l’IRC.

Si tratta di una assenza “giustificata” che teoricamente potrebbe portare a non raggiungere il limite minimo richiesto per considerare valido l’anno scolastico.

Ma quanti sono gli studenti delle scuole di I e di II grado che escono da scuola durante l’ora di religione? Secondo i dati forniti, con il consueto rigore, dall’Annuario del Servizio Nazionale della CEI per l’Insegnamento della Religione Cattolica nelle scuole statali italiane, sono complessivamente circa 271 mila.

Per capire meglio il fenomeno è bene precisare che non si avvale dell’IRC nella secondaria di I grado l’8,5%, pari a circa 147mila studenti su 1.690.000; nella secondaria di II il 16,2%, pari a circa 412mila su 2.541.000.

In tutto, su 4.231.000 studenti, quelli che non si avvalgono dell’IRC sono circa 559mila.

Tra quei 559mila sono, appunto, 271mila (48,5%) che lasciano la scuola. Ma vi sono anche quelli che restano a scuola per studiare da soli (il cosiddetto studio non assistito): sono il 22,6% pari a circa 126mila ragazzi. Gli altri che non si avvalgono dell’IRC ma restano a scuola seguono attività didattiche alternative (11% pari a poco più di 61 mila ragazzi) oppure studio assistito (17,9% pari a circa 100mila ragazzi).