Scuola di 12 anni. Tuttoscuola, 21.2.2012 L’Italia è rimasta uno dei pochi Paesi al mondo, almeno tra quelli medio-grandi, ad avere un sistema di istruzione articolato su 13 anni e un’età di ingresso all’università di 19. Quasi tutti gli altri prevedono 12 anni di scuola e l’inizio dell’istruzione superiore (di tipo accademico o non universitaria) a 18 anni: così è in USA, Russia, Cina, Giappone, Corea, Brasile e in quasi tutti i Paesi europei compresa la Germania (dove solo nel caso del Ginnasio, e non in tutti i Laender, si arriva a 19). La scuola secondaria superiore, in particolare, dura in genere meno che in Italia: 4 anni negli USA, 3 in Cina, Giappone, Corea e Brasile, 3 in Francia (4 i licei professionali), 2 in Russia (ma 4-5 l’istruzione tecnica), 2 in Spagna. La tendenza generale (con la parziale eccezione della Germania) è a rafforzare la formazione di base comune fino ai 15-16 anni, rinviando le scelte non reversibili a dopo questa età o prevedendo, come nel Nord Europa (ma anche negli USA), curricoli flessibili e personalizzati. L’unico tentativo organico di ridurre la durata dell’istruzione scolastica a 12 anni è stato effettuato in Italia da Luigi Berlinguer con la riforma dei cicli (legge n. 30/2000), che però accorciava la scuola di base (da 8 a 7 anni) e non la superiore, che restava di cinque con inizio delle scelte di indirizzo fin dal primo anno, e che sollevava problemi quasi insolubili come quello della cosiddetta ‘onda anomala’ (il raddoppio degli iscritti al primo anno delle superiori). La legge di Berlinguer è stata poi abrogata dalla riforma Moratti (legge 53/2003) con il ritorno agli 8 anni della scuola di base e la conferma dei 5 di scuola secondaria superiore. Totale 13, e archiviazione della riduzione a 12. Ma ora sembra giunto il momento di riparlarne.
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