Addio posto fisso. di A.G. La Tecnica della Scuola, 29.2.2012 Rilevazione Isfol su dati Inps: nel 2010 sono stati 1 milione 422 mila. Quasi la metà erano collaboratori a progetto (co.co.pro.): di questi i due terzi avevano meno di 39 anni. C’è poi un gruppo di contribuenti meno omogeneo (collaborazioni occasionali, dottorati di ricerca, borse di studio, collaborazioni presso la P.A., ecc.), composto da 270 mila lavoratori, con un reddito medio annuo appena superiore. Oltre il 70% ha dichiarato che la forma di contratto non deriva da una sua scelta, ma da una richiesta del datore di lavoro. I giovani dovrebbero abbandonare l’idea del posto fisso. Se ne parla da tempo. Anche il presidente del Consiglio, Mario Monti, ha di recente ribadito il concetto. Aggiungendo, forse con un pizzico d’ironia, che “fare lo stesso lavoro per tutta la vita è monotono”. Ma quali solo le alternative contrattuali al contratto a tempo indeterminato che vengono offerte in prevalenza alle nuove generazioni? Una di quelle più utilizzate è il regime di “parasubordinato”. Un sistema di inquadramento su cui l’Isfol il 29 febbraio, trattando dati dell’Inps, ha reso pubbliche delle stime molto significative. Ebbene, nel 2010 sono stati 1 milione 422 mila i lavoratori parasubordinati. Il 46,9%, pari a 676 mila unità, erano collaboratori a progetto (co.co.pro.) e hanno percepito un reddito medio annuo lordo di 9.855 euro. Il 35,1% dei co.co.pro. aveva un’età inferiore ai trent’anni e il 28,7% tra i 30 e i 39 anni. L’84,2% dei co.co.pro. (569 mila lavoratori) era caratterizzato da un regime contributivo esclusivo, non aveva quindi un’altra occupazione, e ha percepito un reddito medio annuo scende a 8.500 euro (sempre lordi). Il secondo aggregato di parasubordinati per consistenza numerica comprende quasi 500 mila contribuenti alla gestione Inps, composto da amministratori e sindaci di società, con età media sensibilmente più elevata rispetto ai co.co.pro e con un reddito medio significativamente superiore, pari a oltre 31.000 euro annui. Va infine aggiunto un ulteriore gruppo di contribuenti meno omogeneo (collaborazioni occasionali, dottorati di ricerca, borse di studio, collaborazioni presso la P.A., ecc.), composto da 270 mila lavoratori, con un reddito medio annuo pari a poco più di 11.000 euro. Nel periodo 2005-2010 il numero dei parasubordinati ha subito un andamento leggermente ciclico. Negli anni di crescita economica, 2006 e 2007, si sono raggiunti i valori massimi mentre si è registrata una lieve diminuzione nel biennio 2009-10. Complessivamente gli uomini rappresentano circa il 58 % del totale, con un reddito medio quasi doppio rispetto a quello delle donne. Alcuni indicatori ricavati dall’indagine Isfol consentono di verificare il grado di subordinazione al quale è sottoposta la prestazione lavorativa resa dai parasubordinati. L’Istituto evidenzia che “oltre il 70% dei collaboratori è tenuto a garantire la presenza presso la sede di lavoro, il 67% ha concordato un orario giornaliero con il datore di lavoro e il 71% utilizza nello svolgimento della prestazione mezzi e strumenti del datore di lavoro. Inoltre, più del 70% dei collaboratori dichiara che la forma di contratto non deriva da una sua scelta, ma da una richiesta del datore di lavoro”. Ecco perché i giovani dovrebbero abbandonare l’idea del posto fisso….. |