Pittoni e l'arte di arrangiarsi

inviata da Pasquale Almirante, 8.2.2012

Quando un senatore della Repubblica, ovvero un legislatore, uno dei padri coscritti del nostro Parlamento incita all'arte di arrangiarsi vuol dire che ormai le vie di uscita sono davvero poche. E dire che questo senatore, nella fattispecie Pittoni della Lega, sentendosi Padano dovrebbe rigettare questa antica cultura italica e patriottica per adottare quella della legge universale che indica la strada ad ogni singolo cittadino, non lasciando nessuno nell'imbarazzante e grottesco bivio dell'arrangiarsi a scegliere.
Quando infatti Pittoni si accanisce a rigettare, perchè l'ha capita secondo la sua visione del mondo nordista, la richiesta dei 23mila docenti abilitati di essere inseriti nelle GaE, arrampicandosi negli specchi di argomentazioni capziosamente infondate, sta dicendo a costoro appunto di arrangiarsi, perchè da un lato non riconosce loro il titolo rilasciato dallo Stato di cui lui è legislatore e dall'altro li abbandona a se stessi.
Lasciarli a se stessi significa che sono, sia discriminati rispetto ai loro colleghi coi quali condividono lo stesso identico titolo conquistato presso le identiche università, con gli identici professori e con lo stesso identico programma, e sia costretti a fare un concorso per progettare un minimo barlume di speranza per lavorare.

Ebbene a questi docenti Pittoni, senatore della Repubblica, legislatore e padre coscritto, dice: arrangiatevi! Il corso abilitate che avete fatto è stata una burla e se il corso di studio da voi svolto coincide esattamente coi vostri colleghi della GaE è fatto secondario, uno sbaglio del ministero, una svista della Legge, una di quelle solite incongruenze di questa repubblica del ficodindia (o delle banane?, visto che i fichidindia vengono coltivate i Sicilia).

Se per un verso si può capire la protesta di qualche piccolo drappello di docenti già nelle GaE, che ha la visione della sua sola esclusiva posizione e che teme a torto di essere scavalcata, demagogica e illegittima è quella di un legislatore che dirocca senza indicare il materiale di ricostruzione, che disconosce le leggi che lui stesso ha fatto (come quella appunto di consentire i corsi abilitanti per strumento musicale o la formazione primaria) e che dice a una piccola minoranza di docenti buggerati dalla Stato: arrangiatevi! Arrangiatevi e fatevi il concorso e se avete fatto sacrifici per abilitarvi e frequentare le università della Repubblica a me, padre coscritto, non interessa, sono fatti vostri. E ciò dicendo usa esattamente le stesse parole che rivolge contro i meridionali terroni e paraculi e contro gli immigrati neri e islamici che vuole fori dalle balle.

Pasquale Almirante
p.almirante@alice.it