Concorso per la scuola: docenti pagati un euro l'ora, l'Ue apre
procedura d'infrazione: di Laura Eduati L'Huffington Post, 13.12.2012 Un inghippo dopo l'altro. Il mastodontico concorso per la scuola voluto dal ministro Profumo, il primo dopo tredici anni, ormai è alle porte: i prossimi 17 e 18 dicembre l'esercito dei 320mila candidati affronterà i test di preselezione, ciascuno con la speranza di accedere al concorso vero e proprio e fra qualche mese di guadagnare una delle 11.500 cattedre a disposizione. Una lotteria sconclusionata fin dagli esordi: dopo le proteste per i test simulati preparati dal ministero dell'Istruzione, ma con domande zeppe di errori e quesiti strampalati, e dopo le centinaia di ricorsi di insegnanti precari esclusi dal bando, ora esplode il malessere dei docenti e dei tecnici informatici che dovranno sorvegliare le oltre 2.500 aule scolastiche dove si svolgeranno i test della prossima settimana, e che per l'occasione sono state informatizzate: secondo quanto appreso dalla Cgil-scuola, a loro verranno corrisposti uno-due euro l'ora. Un compenso infimo che sta spingendo molti incaricati a disertare le aule concorsuali, soprattutto perché si tratta di una mansione non prevista dal contratto. Il ministero, appositamente interrogato, non ha ancora smentito questo scenario ma ha consigliato ai presidi di chiudere per due giorni gli istituti scolastici che ospiteranno le preselezioni per non disturbare le lezioni. E tuttavia la vera tegola arriva da Bruxelles: dopo il diluvio di petizioni e ricorsi presentati dai docenti precari italiani, la Commissione europea ha aperto una procedura di infrazione contro l'Italia proprio sui numeri esorbitanti dei lavoratori nella scuola con contratto a tempo determinato che, secondo la stessa Ragioneria dello Stato, sono oltre 130mila sul totale dei 260mila precari che lavorano per la pubblica amministrazione: un record mai raggiunto. Tra i 130mila sono annoverati anche gli insegnanti con un solo giorno di supplenza, ma anche migliaia e migliaia di professori con varie abilitazioni sulle spalle che vengono assunti a settembre e licenziati a giugno per molti anni consecutivi. Questa «cattiva prassi» contraddice la direttiva europea 1999/70 che impone anche alle pubbliche amministrazioni di assumere i lavoratori che hanno svolto almeno 36 mesi di servizio in cinque anni. Dunque l'imminente concorso potrebbe apparire come un tentativo di regolarizzare una parte dei docenti precari, ma per i sindacati si tratta di una spesa inutile - sempre la Cgil parla di 120 milioni spesi dal ministero di viale Trastevere per organizzare il concorso - poiché sarebbe bastato semplicemente assumerli a tempo indeterminato in base a requisiti ormai ottenuti da tempo. Dei 320mila aspiranti professori, infatti, soltanto un terzo possiede l'abilitazione all'insegnamento oppure realmente insegna. L'enorme porzione restante è composta da persone con una età media di 38 anni che, in epoca di crisi, cercano un posto di lavoro sicuro. Proprio per evitare che i futuri concorsi attirassero centinaia di migliaia di disoccupati, il ministro Profumo la scorsa settimana aveva emanato un regolamento non ancora in vigore, ma che sarebbe stato adottato se il governo Monti avesse proseguito il suo cammino, e che avrebbe imposto nuovi concorsi con cadenza biennale. Con una clausola: coloro che avessero fallito una selezione non avrebbero potuto presentarsi a quella successiva. Il regolamento aveva causato grossa opposizione tra i docenti. «Sarebbe stato l'ultimo colpo di coda del ministro Profumo. Avrebbe anche vincolato i futuri governi a organizzare concorsi quando esistono decine di migliaia di precari storici in attesa di una cattedra ormai dovuta. In questo senso le dimissioni di Monti hanno scongiurato il peggio», commentano nel sindacato di Susanna Camusso. Ora sul web corre la paura che il concorso della prossima settimana possa risultare malandato e impugnabile come il concorso per dirigenti scolastici dello scorso anno. Sul sito dell'Anief, una delle più grosse associazioni di precari della scuola, i candidati che dovessero essere bocciati ai quiz vengono già invitati a fare ricorso.
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