La perdita della Montalicini,
cordoglio trasversale
di A.G. La
Tecnica della Scuola, 30.12.2012
Per il presidente del Consiglio dimissionario Mario Monti ha dato
lustro all’Italia e alla ricerca, ma è stato anche l'esempio di una
donna carismatica e tenace. Tra i primi a commentare la perdita
della scienziata Schifani, Nicolais, Bersani, Berlusconi, Gelmini e
Finocchiaro. Il ministro Profumo: straordinario esempio di impegno
civile. Per il presidente dell'Unione delle Comunità Ebraiche
Italiane, Renzo Gattegna, ci lascia in eredità un insegnamento
prezioso: la centralità dello studio e dell'istruzione come motore
della crescita di ciascun individuo. L’ultima opera: Rita
levi-Montalcini racconta la scuola ai ragazzi (2007).
È immediato, unanime e trasversale il cordoglio per l’improvvisa
scomparsa di Rita Levi Montalcini, deceduta a 103 anni il 30
dicembre nella sua casa romana.
Tra i primi ad esprimere profondo dolore per la scomparsa della
neurologa e senatrice a vita è stato il presidente del Consiglio
dimissionario Mario Monti. "Voglio ricordare - ha detto il premier -
la ricercatrice che con il premio Nobel del 1986 ha dato lustro al
nostro Paese e alla ricerca scientifica. Ma soprattutto voglio
ricordare l'esempio di una donna carismatica e tenace, che ha dato
battaglia per tutta la vita per difendere i valori in cui credeva".
Il presidente ha rievocato gli anni all'estero della senatrice,
l'impegno di medico a fianco dei militari e l'attività della
Fondazione da lei creata per dare ai giovani, soprattutto di sesso
femminile, l'opportunità di formarsi e dare vita a una classe di
donne in grado di svolgere un ruolo centrale nella vita scientifica
e sociale del proprio paese. "L'umanità è fatta di uomini e donne e
deve essere rappresentata da entrambi i sessi": riportando alla
memoria le parole celebri di Rita Levi Montalcini il presidente -
conclude la nota - ha auspicato che l'esempio di questa donna
coraggiosa resti vivo nella memoria di tutti gli italiani.
Il ministro dell’Istruzione, Francesco Profumo, ricorda "la sua
trasferta negli Stati Uniti nell'immediato dopoguerra: la scoperta
del fattore Ngf (il fattore di crescita delle cellule nervose) e poi
tutta l'attività di ricerca al suo rientro in Italia, certificano
una dedizione alla scienza giustamente premiata con il Nobel alla
medicina del 1986. Ma costituiscono anche uno straordinario esempio
di impegno civile, che la professoressa Montalcini ha sottolineato
anche negli ultimi anni con la carica di senatrice a vita", ha
aggiunto il ministro.
"Di lei ho due ricordi personali recenti. Il primo risale all'anno
in cui compì i 100 anni. La invitammo al Politecnico di Torino per
conferirle la laurea honoris causa in ingegneria biomedica. In
quell'occasione ricordo che la professoressa, alla presenza del
Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, tenne un bellissimo
discorso sui giovani e la scienza parlando con estrema lucidità e
capacità empatica per oltre 20 minuti. Il secondo ricordo che ho di
lei - sostiene - risale ad alcune settimane dopo la mia nomina a
presidente del Consiglio Nazionale delle Ricerche. Andai a casa sua
a visitarla, una domenica. La trovai affaticata, ma nonostante ciò
fu prodiga di suggerimenti su come incentivare la ricerca e sulla
necessità di favorire una più stretta interazione tra i laboratori
che, sulle stesse tematiche, svolgono la medesima attività nelle
diverse parti del mondo. Oggi dunque la scienza, ma anche l'Italia
stessa, perdono uno dei loro rappresentanti più alti".
Per il presidente del Senato, Renato Schifani, "l'Italia perde un
grande scienziato e una grande donna, ma la sua figura e il suo
insegnamento rimarranno sempre vivi nel nostro ricordo e
continueranno a costituire motivo d'orgoglio per il nostro Paese.
Nella sua lunga esistenza, dedicata sino alla fine, con
straordinaria lucidità e immutata passione agli studi scientifici,
ha illustrato il nostro Paese come pochi altri nel secolo passato".
Secondo il presidente del Consiglio nazionale delle ricerche, Luigi
Nicolais "la comunità scientifica perde oggi un autorevole esponente
che nella sua lunga intensa vita ha testimoniato con straordinaria
lungimiranza e fermezza il valore e l'importanza della ricerca
scientifica". Premio Nobel per la medicina nel 1986, Montalcini nel
1969, assunse la direzione dell`Istituto di Biologia Cellulare del
Cnr a Roma fino al 1989. "A lei dobbiamo tanto. Ha sostenuto,
formato, entusiasmato, generazioni di giovani talenti, abbattuto
pregiudizi, liberato energie, spianato percorsi, fatto della ricerca
un baluardo di democrazia", ha sottolinea il presidente del Cnr,
aggiungendo: "Per questo e non solo, è difficile sintetizzare in una
breve dichiarazione il vuoto che lascia nella comunità scientifica e
in noi tutti, indipendentemente dalle competenze e dai ruoli".
Anche i leader di Pd e Pdl hanno voluto commentare la sua perdita.
"Con Rita Levi Montalcini ci lascia una donna forte, coraggiosa,
determinata, esempio di chi non si piega alla violenza e si batte
per il progresso umano", ha scritto su Twitter il segretario del Pd,
Pier Luigi Bersani.
"Mi unisco a tutti gli italiani che in questo momento rendono il
doveroso omaggio a Rita Levi Montalcini. Una scienziata di grande
valore, una donna che ha onorato l'Italia", ha scritto il leader del
Pdl Silvio Berlusconi.
"La morte di Rita Levi Montalcini rappresenta una perdita
grandissima, sia sotto il profilo umano che scientifico", ha
dichiarato Mariastella Gelmini (Pdl), ex ministro dell'Istruzione,
Università e Ricerca. "Con lei infatti - ha aggiunto Gelmini - se ne
va una donna di grande umanità, oltre ad una studiosa di altissima
caratura e di riconosciuto livello internazionale. L'Italia deve
continuare a scommettere sulla formazione e sulla ricerca affinché
altri uomini e altre donne possano proseguire il cammino culturale e
scientifico che ha portato una nostra connazionale a ricevere il
Nobel".
"Commossa, desidero rivolgere il cordoglio delle senatrici e dei
senatori del Pd ai familiari di Rita Levi Montalcini. Una donna che
voglio ricordare come una grande scienziata, certamente, ma anche
come una grande cittadina a servizio del suo Paese e delle
istituzioni democratiche", ha dichiarato la presidente dei senatori
del Pd, Anna Finocchiaro.
"Ho avuto modo di conoscere Rita Levi Montalcini in questi ultimi
anni della sua vita a Palazzo Madama e, di lei, senatrice a vita,
non potro' mai dimenticare la passione civile, il rigore morale, il
grande senso delle istituzioni, la saggezza, il coraggio e
soprattutto la determinazione nel voler difendere cio' in cui
credeva. Ricordo le interminabili sedute d'Aula tra il 2006 e il
2008, durante il governo Prodi, e l'ostinazione di Rita – ha
aggiunto Finocchiaro- a voler restare per esprimere il suo voto,
nonostante le difficolta' fisiche. Sono orgogliosa di essere stata
seduta al suo fianco in Parlamento. Nel piangere la sua scomparsa
non posso che sentirmi onorata di essere stata chiamata a far parte
del CdA della Fondazione a lei intitolata".
Il presidente dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, Renzo
Gattegna, pone l’attenzione sulla"vicenda umana che l'ha vista
protagonista. Perseguitata dalla legislazione antiebraica del regime
fascista, Levi Montalcini - anche nei giorni drammatici della
persecuzione - non ha mai rinunciato a portare avanti le sue
ricerche e i suoi esperimenti. Ci lascia in eredità un insegnamento
prezioso: la centralità dello studio e dell'istruzione come
fondamentale motore della crescita di ciascun individuo, il coraggio
e la portata rivoluzionaria delle idee, la tenacia nel portarle
avanti nel tempo con immutata determinazione. La sua lunga vita,
interamente consacrata alla scienza e al bene comune, ci racconta –
ha aggiunto Gattegna - di una persona dal cuore grande e e dalla
straordinaria longevità fisica e intellettuale. Di una donna,
orgogliosamente italiana e orgogliosamente ebrea, che alla ricerca
scientifica affiancava - con medesima passione - l'impegno per la
cultura, la democrazia, i diritti civili. Significativa e
lungimirante appare, tra le altre, l'iniziativa intrapresa per dare
un futuro migliore alle donne del continente africano. Iniziativa
che le aveva permesso di conquistare la loro amicizia e la loro
ammirazione".
"Amava i giovani e i giovani amavano lei. È stata e continuerà ad
essere un punto di riferimento per quanti, ogni giorno, si battono
per costruire società sempre più libere e consapevoli. Che il suo
ricordo sia di benedizione", ha concluso Gattegna.
Vale la pena ricordare che la Montalcini è stata autrice di numerose
pubblicazioni su riviste e di volumi scientifici: Il messaggio
nervoso (1974), NGF: apertura di una nuova frontiera nella
neurobiologia (1989) e The saga of the NGF (1997). Nel 1987 ha
pubblicato l`autobiografia Elogio dell`imperfezione, cui seguiranno:
Il tuo futuro (1993), Senz`olio contro vento (1996), L`asso nella
manica a brandelli (1998), La galassia mente (1999), Cantico di una
vita (2000), Un universo inquieto (2001), Tempo di mutamenti (2002),
Abbi il coraggio di conoscere (2004), Tempo di azione (2004), Eva
era africana (2005), I nuovi Magellani nell`er@ digitale (2006),
Tempo di revisione (2006). L’ultima opera libraria è di tipo
divulgativo: Rita levi-Montalcini racconta la scuola ai ragazzi
(2007).