Profumo a “Che tempo che fa”: di Alessandro Giuliani La Tecnica della Scuola, 3.12.2012 Molti docenti temono che anche il responsabile del Miur, ospite della puntata del 3 dicembre, possa ricalcare le bacchettate del premier Monti sull’aumento di ore dei prof fermato da un fantomatico "corporativismo” di settore. Profumo sa che le cose non stanno così: il mondo della scuola si aspetta che lo dica chiaramente. Dopo il presidente del Consiglio, Mario Monti, anche il ministro dell’Istruzione, Francesco Profumo, sarà presente alla seguitissima trasmissione televisiva di Rai Tre “Che tempo che fa” condotta da Fabio Fazio: la puntata sarà quella in prima serata del 3 dicembre ed il responsabile del Miur sarà presente in studio assieme al professore Salvatore Settis. Sui contenuti che si affronteranno durante la trasmissione non vi sono indicazioni. Dalla redazione della trasmissione televisiva non trapela nulla. Il mondo della scuola, soprattutto i docenti, si augura solo che il ministro Profumo non si allinei al giudizio capo del Governo sulle ore settimanali d’insegnamento da aggiungere ai docenti della scuola media e superiore. Monti ha mandato delle bacchettate che hanno lasciato il segno: prima da Fazio ha parlato di “corporativismo”, poi, incalzato dai giornalisti per fare un chiarimento, non ha arretrato di un millimetro, sostenendo che quella dei docenti è una battaglia per tutelare degli “interessi di brevi periodo”.Non spetta a noi dare giudizi. Profumo però sappia che i docenti si aspettano un chiarimento. Con un alto rappresentante del Governo che li rappresenti per quello che valgono: professionisti dell’educazione e della formazione che, spesso in condizioni particolarmente difficili, provvedono a formare i nostri giovani. Non certo limitandosi a svolgere le ore di lezione, ma preparandole, correggendo i compiti, riunendosi con colleghi e genitori, formandosi e via dicendo. Il tutto, in cambio di stipendi tra i più bassi d’Europa, che ormai non vengono ormai adeguati nemmeno al costo della vita. Ecco, è a questi lavoratori che il Governo indica continuamente di fare sacrifici, di tagliare posti, risorse, incentivi per realizzare progetti didattici. E ora anche di incrementare le ore di lezioni settimanali in cambio di nulla. Nemmeno di una stretta di mano. Alcuni precari, tramite Facebook, hanno già messo le mani avanti: temono che anche stasera non sia questa l’immagine dei nostri insegnanti ad essere trasmessa davanti a milioni di spettatori seduti a cena. E che passi la figura del docente fannullone, che rimane aggrappato ad un orario e ad un lavoro comodo. Ministro, per una volta ci stupisca. E ricordi agli italiani come stanno le cose. |