Solo l'istruzione può garantire di A.G. La Tecnica della Scuola, 30.12.2012 Perché lo sviluppo dei Paesi ad alto livello culturale ha dimostrato che l`istruzione è la chiave di volta del progresso... In queste parole, pronunciate nel 2009, c’è tutta l’importanza che Rita Levi Montalcini ha dato alla formazione e alla scuola. Ad iniziare da quella delle donne: per permettere loro l'accesso all'istruzione e alla leadership, perché è alle donne che spetta il compito più arduo di inventare e gestire la pace. Perché lo sviluppo dei Paesi ad alto livello culturale ha dimostrato che l`istruzione è la chiave di volta del progresso... In queste parole, pronunciate nel 2009, c’è tutta l’importanza che Rita Levi Montalcini ha dato alla formazione e alla scuola. Ad iniziare da quella delle donne: per permettere loro l'accesso all'istruzione e alla leadership, perché è alle donne che spetta il compito più arduo di inventare e gestire la pace. "Solo l'istruzione può garantire il futuro ai tanti giovani nel mondo, che non devono aver paura delle difficoltà. Personalmente ogni crisi mi ha portato più in alto, spronandomi a fare sempre di più". Per questi motivi "lavoro per un futuro che non è il mio, ma è dei giovani". Sono parole importante quelle pronunciate da Rita Levi Montalcini nel corso di una conferenza stampa su “L'istruzione chiave dello sviluppo”, promossa a Roma dalla Fondazione Rita Levi-Montalcini Onlus. Era il 2009. Ed oggi, a poche ore di distanza dall’addio della neurologa, scienziata e senatrice a vita, hanno uno spessore ed un valore ancora più alto. Del resto la Montalcini, Nobel per la medicina nel 1986, non ha mai smesso di studiare e impegnarsi nella ricerca scientifica, ma non solo. Altrettanto forte è stato il suo impegno sociale: in ogni occasione utile scommetteva sull'istruzione, sui giovani, e sulle donne, in tutto il mondo, come dimostra il suo impegno per le donne africane tramite la onlus, fondata con la sorella. Nel 1992 Rita e Paola Levi-Montalcini, in memoria del padre Adamo Levi, hanno istituito infatti la Fondazione Levi-Montalcini Onlus, con il motto "Il futuro ai giovani" con lo scopo di favorire l`orientamento allo studio e al lavoro delle nuove generazioni. Nel 2001, lo statuto viene modificato e la missione è "venire in aiuto alle donne di paesi dove si lotta ogni giorno per la sopravvivenza", perché "lo sviluppo dei Paesi ad alto livello culturale ha dimostrato che l`istruzione è la chiave di volta del progresso di un paese". E ancora - scrive il nobel Montalcini - "l'istruzione è la chiave dello sviluppo, da qui il nostro sostegno alle donne di differenti paesi africani". Significativo il messaggio che campeggia sulla pagina web della Fondazione: "Così come un battito di ali di una farfalla, nella foresta dell`Amazzonia può provocare, anche a distanza di tempo, un uragano al polo opposto del globo, allo stesso modo le finalità della Fondazione Rita Levi-Montalcini Onlus, mediante l`assegnazione di borse di studio nelle più critiche situazioni africane, possono innescare meccanismi di trasformazione radicali, vantaggiosi a livello mondiale". In un'intervista abbastanza recente, la Montalcini rivelò che a 20 anni voleva andare in Africa per curare i lebbrosi: "Non ho potuto allora, ma adesso - raccontava - che ho oltre cento anni, ho capito che è urgentissimo venire in aiuto delle popolazioni africane che vivono in condizioni disperate. Quindi, la mia attività, oltre a quella scientifica che continua (spesso lavoro anche di notte), va anche a vantaggio delle popolazioni africane". La professoressa puntava molto sulla donne. Nella presentazione di uno dei libri promossi dalla fondazione Montalcini, "L'altra parte del mondo", scrive: "Il futuro del Pianeta dipende dalla possibilità di dare a tutte le donne l'accesso all'istruzione e alla leadership. È alle donne, infatti, che spetta il compito più arduo, ma più costruttivo, di inventare e gestire la pace". E dell'emancipazione femminile, quella autentica e profonda, era testimone vivente. Scherzando, in un'intervista ad un settimanale di qualche anno fa, smentiva che preferisse lavorare con delle donne: "Ho avuto e ho ottimi collaboratori di sesso maschile. Detto questo - concludeva - devo però aggiungere che l'elasticità mentale delle donne, coniugata con la nostra capacità di adattamento, ci rende più versatili". |