Scuole: quelle private più Mila Spicola ScuolaOggi 22.12.2012 Questi i risultati della ricerca “Ocse Pisa” sul confronto fra gli studenti delle scuole pubbliche e quelli delle private. In Italia sono gli studenti della scuola statale superano di ben 26 punti quelli della privata. Confrontando i risultati dei soli studenti pubblici tra i vari paesi, gli italiani risultano in media con quelli internazionali in “lingua e scienze”, mentre sono sotto di 15 punti in “matematica”. I risultati degli istituti privati italiani in matematica sono però addirittura sotto di 80 punti rispetto alla media degli istituti privati Ocse. Ovvero: sono le scuole private ad abbassare la media dei livelli cognitivi degli studenti italiani. Lo ripeto come una litania da anni e i dati delle rilevazioni internazionali lo confermano. Nulla di ideologico dunque: evidenze empiriche alla mano. Noi paghiamo scuole che dequalificano l'istruzione pubblica. La maggiore differenza nei risultati fra pubblico e privato, inoltre, si ha fra gli alunni dei licei, cioè delle scuole frequentate dai ceti più abbienti. E' comprensibile: i licei privati (come anche i famigerati diplomifici privati, tecnici e professionali) spesso sono l'ultimo porto di ragazzi abbienti ma con carenze scolastiche e dunque il livello dell'offerta in quei casi viene tarato su una media di studenti meno meritevoli (paganti rette salatissime per accedere comunque al diploma liceale). Siamo di fronte ad un paradosso: da dieci anni i finanziamenti pubblici alle scuole private sono in continuo aumento, mentre quelli alla scuola pubblica, che ottiene risultati molto migliori, sono in costante calo. Il governo Berlusconi tagliò 9 miliardi in 9 minuti alla scuola statale, ma aumentò i finanziamenti alle private. Del resto la somara Gelmini era passata in un liceo di suore a prendersi il diploma..se era venuta su così bene lei perché non tutti gli altri no? Il governo Monti ha tagliato poco , circa 200 milioni, alla scuola statale, ma ha tagliato e non ha dato un euro di investimento in più, unico paese avanzato ad aver tagliato nella scuola insieme alla Slovacchia. Tutti gli altri hanno messo più soldi nonostante la crisi: CIna, India e Brasile, e vabbè..ma anche Stati Uniti, Inghilterra, Germania, Finlandia, Svezia, Danimarca..persino Spagna e Portogallo hanno racimolato soldi in più e non in meno per la scuola. Intanto però Monti mentre ha riconfermato, con il voto di tutti i partiti, i 200 e passa miliardi in 10 anni per gli armamenti. Andando a ritroso, a parte Moratti&C. persino la finanziaria 2007 di Prodi aumentò di 100 milioni i finanziamenti ai privati e tagliò per oltre un miliardo quelli alla pubblica. Promise asili statali ma ne costruì zero e quasi tutti quelli che ci sono rimango degli enti locali, dunque paritari..inscenando quella confusione tra pubblico e privato e paritario e statale che inganna i più (sono comunque pochissimi gli asili pubblici: il 10% in media in Italia rispetto al 30 in Europa). Dunque, anche se con gravità differenti, non salviamo nessuno. Dico questo, per l'ennesima volta, per regolarci adesso. Dovremmo chiedere un impegno scritto a chi si candida a governare il paese, tutti quanti però, uniti, adulti e seri, senza anatemi o antipolitica inutile. Dovremmo pretendere investimenti crescenti nel settore della scuola e della ricerca e decrescenti nelle armi. Se ci siamo fissati anche sulle private è perché ravvisiamo incoerenze e contraddizioni nell'azione di chi ha governato negli ultimi 30 anni: se avete tolto, dovevate togliere a tutti. Non lo avete fatto. E adesso che vorrete fare? C'è che dice, giustamente, "ma del regime delle paritarie fanno parte le scuole degli enti locali: tra tutte gli asili." Vero è. Io dico: scorporiamole dal calderone. Oppure regolamentiamo nuovamente il regime delle scuola statali e pubbliche e riportiamo asili e nidi nel regime statale e non degli enti locali. Penso che le casse dei comuni ci direbbero solo grazie. C'è chi dice, giustamente, ma il bilancio del Miur è di circa 50 miliardi l'anno, cosa vuoi che cambi il miliardo dato alle private, che poi, se ci togli asili e nidi comunali, diventa ancor meno di un milione e, tra l'altro, un alunno della scuola statale costa allo stato costa 5 mila euro l'anno mentre quello della privata costa poco meno di 2 mila euro l'anno? Ok, saranno pochi soldi, non ci risolvi problemi della scuola, ovvio, lungi da me il pensarlo, i soldi dovrebbero prendersi altrove (lo riscrivo: dalle armi. Solo perché i soldi maggiori stanno là), però cambiano tre cose:
1. Non voglio avallare con le mie tasse un'offerta formativa dequalificata quale è quella delle scuole private. E le rilevazioni lo confermano. Tutti i ragazzi devono avere il meglio, anche i somari, perché unica è la collettività. Anche se i genitori si oppongono in nome della libertà educativa: se li vogliono effettivamente lì, se le paghino e non basta, vorrei che fosse certificato da qualche parte: diploma conseguito nella scuola statale e diploma conseguito nella scuola privata. Secondo me tutti i ragazzi devono essere equamente giudicati tali. Senza sconti, condoni o deroghe. 2. Non voglio avallare i pasticci e le irregolarità amministrative che si verificano negli istituti privati, su tutti, colleghi che lavorano gratis. Pagele contraffatte. Esami falsati.
E infine: 3. La Costituzione per alcuni di noi, non è un programma in tv che scopriamo adesso e faccimo "oooohhh che belllooo, che meravigliaaaa..la più bella del mondoooo" e poi l'indomani mattina ce ne fottiamo. Alcuni di noi la conoscono a memoria da quando eravamo a scuola, appunto, e non ce la dimentichiamo mai perché è la bussola della nostra vita. Il nostro orizzonte è quello dei diritti e dei doveri sanciti in quegli articoli e l'istruzione di qualità è un diritto per tutti i ragazzi, anche se somari, e un dovere che ogni cittadino si dovrebbe assumere, con o senza figli. Perché la qualità del vivere collettivo deriva dall'istruzione e dall'educazione che forniamo. La Costituzione recita "le private siano senza oneri per lo Stato" e finché così sarà, anche con la contraddizione dell'alunno che costa meno a noi italiani nella scuola privata che nella scuola statale, io direi di osservarla. La smontiamo subito quella contraddizione in nome del diritto a un'istruzione di qualità, laica, stale, plurale e libera. L'istruzione di qualità, laica, statale e libera serve a noi tutti, allo Stato, non alla singola famiglia o al singolo individuo. A tutti: per aumentare la qualità della democrazia diffusa e il benessere materiale e immateriale del paese. La scuola allo Stato costa, è vero, ma son soldi ben spesi e dovrebbe costare molto più di quel che costa adesso, se volessimo allinearci agli altri, senza che ve ne lamentiate o ve ne stupiate perché l'ignoranza, nel 21° secolo, costerà il doppio e a voglia approvare finanziarie e manovre correttive in un paese di somari! Noi siamo qua a non farvi abbassare mai la guardia sui diritti e doveri comuni e la qualità della scuola è uno di quelli. Non ci inganna il linguaggio arrogante e forbito di professori e i politici che "tanto sanno della scuola" ma in realtà ne sanno ben poco e sempre più male fanno. Malissimo. |