24 ore: i genitori rispondono ai professori. inviato dall'AGE, 3.12.2012
Contumelie, lettere fiume, sfoghi
amari: indubbiamente con la questione delle 24 ore di
lezione per i professori abbiamo toccato un nervo scoperto.
Senz’altro sono emersi il malessere di tanti professionisti della
scuola e i rapporti non sempre idilliaci con le famiglie. State
zitti, ci hanno detto alcuni, altri invece hanno chiesto con
insistenza una nostra risposta. Soprattutto c’è stato chi ha
riconosciuto l’importanza di un dialogo con le famiglie e qualcuno
addirittura ci ha chiesto di aprire uno spazio di confronto comune
sul tema grande che è la scuola.
6 ORE PER LE SUPPLENZE? La nostra
proposta è chiara: abbiamo parlato di aggiornamento professionale,
di ore di recupero per gli studenti in difficoltà e di interventi di
alfabetizzazione degli alunni extracomunitari e anche di laboratori,
di corsi di approfondimento e di viaggi d’istruzione. Un’altra grave
falla da colmare sarebbe quella delle uscite anticipate, delle
entrate in ritardo, dello smistamento degli alunni nelle classi,
cioè quello che accade quando un insegnante si ammala e non è
possibile chiamare subito il supplente. Sono ore di scuola preziose
che i nostri figli perdono senza possibilità di recupero. 6 ORE IN PIU’ A PARITA’ DI STIPENDIO? Non abbiamo detto questo, in quanto si tratta di un problema che non è di competenza dei genitori ma del Governo e dei sindacati.
6 ORE PERCHE’? Basta leggere
Tuttoscuola Focus per scoprire che il sottosegretario Rossi Doria
non esclude affatto l’aumento a 24 ore, solo che adesso i tempi non
sono maturi. Siamo infatti sotto elezioni e nessun partito
sottoscriverebbe una simile scelta. Però il voto è dietro l’angolo e
già si vocifera cosa accadrà poi: perché non approfittarne per fare
una seria riflessione sulla scuola?
CORREGGERE I COMPITI C’è chi di compiti
ne corregge davvero tanti e alcuni professori hanno avanzato la
proposta di retribuire la correzione dei compiti in proporzione
all’impegno. DI TASCA NOSTRA Sono incredibili alcune delle testimonianze che ci sono giunte: pare che alcuni docenti si debbano addirittura pagare il pasto quando accompagnano la classe in gita. E poi materiali, fotocopie, tutto di tasca propria. Numerosi genitori ci hanno riferito qualcosa di simile: qualunque sia la richiesta o la proposta, il ritornello è sempre lo stesso, “Non ci sono i soldi”, anche se poi a saper guardare in certe scuole le risorse ci sono eccome. A questo proposito la nostra posizione come AGe Toscana è molto semplice: le risorse sono lì per essere spese per la didattica e noi continueremo a batterci per questo. RICEVIMENTO GRATIS Curiosa questa espressione, che ricorre più volte: forse che il ricevimento dei genitori non rientra nella funzione docente? Come si può serenamente affermare che è sufficiente tenere il ricevimento generale una volta a quadrimestre? CI OFFENDE Questa affermazione ci è veramente spiaciuta e ancor di più che ci si scandalizzi a essere paragonati con le maestre di infanzia e primaria. Chi ha detto che aver a che fare con un bambino autistico o incapace di comprendere la nostra lingua sia più facile che tenere una lezione di latino? e le maestre che insegnano inglese non hanno forse 6 o 7 classi e non debbono forse anche loro preparare le lezioni e correggere i compiti? L’aspetto di rilievo è che le nostre scuole dell’infanzia e primaria sono un’eccellenza nel mondo. Forse sarebbe opportuno rivalutarne alcuni aspetti, come: i tempi più distesi per l’apprendimento, che non è solo disciplinare; l’ampio spazio dato agli aspetti relazionali e di cittadinanza; la programmazione di team. Paghiamole di più, queste maestre, perché non è giusto che si sentano di serie B, come esse stesse non esitano a dichiarare. Insieme alla diversità di pedagogia e ai numeri spesso eccessivi, la disparità di trattamento economico e di considerazione sociale fra gli insegnanti dei vari ordini di scuola è uno dei motivi principali per cui tanti istituti comprensivi non decollano e restano meri ‘contenitori vuoti’ (l'espressione non è nostra, sono stati definiti così da numerosi relatori in occasione del convegno a tema organizzato dalla Regione Toscana nell’ottobre scorso). IL BIDELLO NO Ci pare poco carino, comunque assecondiamo la richiesta di molti professori e paragoniamoli con il Direttore s.g.a. Stipendio di poco superiore a quello dei professori; 36 ore; responsabilità civili, penali e contabili al cui confronto la responsabilità verso gli alunni in gita impallidisce (basti pensare che un certificato rilasciato privo di bollo gli può costare fino a 3.662,31 euro di multa); soddisfazioni professionali ben più limitate che non aiutare giovani vite a formarsi: che dovrebbe dire? Non per fare il conto della serva, ma i professori hanno fra gli stipendi più alti della scuola italiana, straordinari meglio pagati, un orario ridotto che consente loro di organizzare il proprio lavoro in modo flessibile, i mesi estivi liberi soprattutto se non sono impegnati nell’esame di Stato. Nessuno nega che a casa i professori debbano preparare le lezioni, aggiornarsi, correggere i compiti; che a scuola abbiano, oltre alle ore di lezione, impegni collegiali, commissioni, ricevimento dei genitori (ma questo anche gli altri docenti). Ricordiamo il recente dibattito apparso su alcune riviste scolastiche: è giusto che si contino all'interno delle 40 ore di attività funzionali all'insegnamento, quelle svolte nei periodi di sospensione dell'attività didattica? Noi abbiamo fatto mere constatazioni, non espresso giudizi. Abbiamo evidenziato le contraddizioni dei politici, che decidono sulla scuola senza conoscerla e tagliano con indifferenza 47,5 milioni di euro dal Fondo d’istituto. Siamo rimasti feriti da tante brutte parole che ci sono state rivolte e che avrebbero potuto essere evitate. I VOSTRI SINDACATI Ci dispiace, ma l’accusa di essere schierati politicamente siamo costretti a rinviarla al mittente. Noi curiamo gli interessi di genitori e alunni, per cui da buoni toscani chiediamo conto ai potenti di ciò che a nostro avviso non va. Basta avere la pazienza di scorrere i nostri interventi e si capisce che di responsabili della pubblica istruzione ne abbiamo risparmiati pochi o nessuno: dalla Moratti a Fioroni, dalla Gelmini all’assessore toscano Targetti. Buon ultimo il ministro Francesco Profumo, che a febbraio ebbe la cattiva idea di festeggiare il decennale del Forum Nazionale dei Genitori sottovoce e a porte chiuse. Nell’occasione registrammo le sue belle parole a proposito della partecipazione dei genitori a scuola e adesso gli chiediamo: Caro Ministro, quando pensa di celebrare la Giornata Europea dei Genitori e della Scuola 2012? si sbrighi per favore, siamo a dicembre… MA VOI DOVE ERAVATE? Ecco, questo è veramente curioso: sono anni che ci battiamo per una scuola migliore, di qualità, e quasi sempre ci siamo trovati soli. La battaglia per il contributo volontario detraibile e interamente destinato alle attività didattiche l’abbiamo portata avanti per anni e se nel marzo scorso è finalmente uscita la circolare ministeriale 312, che sanciva per la prima volta tutto questo, molto si deve a tante nostre prese di posizione.
Come sappiamo, non si può parlare di
miglioramento dell’offerta formativa se non ci sono risorse e cioè
senza fondo d’istituto e contributo volontario dei genitori. Pochi
giorni fa abbiamo protestato per il taglio del fondo d’istituto; più
volte in passato siamo dovuti intervenire per difendere il
contributo volontario dagli utilizzi più impropri: dalla tassa sui
rifiuti al pagamento degli stipendi, dalle visite fiscali al mancato
versamento da parte dello Stato dei crediti vantati dalle scuole.
Ben volentieri ci apriamo al confronto e senz’altro pubblicheremo sul nostro sito www.agetoscana.it tutti coloro che vorranno intervenire in modo costruttivo per ragionare insieme di scuola. Basta scrivere a info@agetoscana.it per essere pubblicati. Abbiamo urgenza di una proposta articolata che valorizzi tutte le risorse disponibili e garantisca il successo formativo dei nostri giovani.
Insieme, come cittadini, dobbiamo dire ai
nostri governanti che la scuola è strategica per il futuro del Paese
e che da questa complessa revisione del sistema Italia impostaci
dalla crisi dovranno uscire le risorse per valorizzarla e
rilanciarla. Serve la considerazione sociale, ma non basta: occorre
rimboccarsi le maniche insieme, superare le divisioni e dare alla
scuola le risorse per volare. |