Studio del Governo:
senza dl sulle Province è caos.
A rischio le scuole

 La Tecnica della Scuola, 9.12.2012

Più costi per i Comuni e quindi per i cittadini. Senza il dl sulla riduzione delle Province si blocca la riorganizzazione dello Stato. Da periodo incertezza, nasce il problema per l’esercizio delle funzioni fondamentali per cittadini.

"La mancata conversione del dl sulle Province comporterebbe una situazione di caos istituzionale. Tra le conseguenze, oltre ai mancati risparmi, la lievitazione dei costi a carico di Comuni e Regioni e il blocco della riorganizzazione periferica dello Stato".
Lo afferma uno studio del governo che l'ANSA è in grado di anticipare, secondo il quale, sempre per la mancata conversione, comporterà "un periodo di incertezza per l'esercizio di funzioni fondamentali per i cittadini (come manutenzione di scuole superiori e strade, gestione rifiuti, tutela idrogeologica e ambientale)". E se questo è lo studio che il governo ha diramato e di cui l’agenzia Ansa dà notizia, il Pdl, Popolo della libertà, porrà in aula al Senato, mercoledì prossimo, la pregiudiziale di incostituzionalità sul decreto legge di riordino delle Province.

Lo ha detto all'ANSA uno dei due relatori della legge, Filippo Saltamartini del Pdl. Se dovesse essere approvata, il provvedimento del Governo andrebbe riscritto.

Sull'esito di questa mossa, Saltamartini non si sbilancia: "bisogna aspettare mercoledì perché all'interno della pregiudiziale bisogna capire se la costituzionalità della riforma delle Province passa tramite la Consulta o se a decidere saremo noi in Parlamento. Potremmo decidere o di bocciare decreto legge, oppure di farlo passare in attesa della pronuncia della Corte costituzionale" la quale, ha ricordato, dovrà esprimersi sul ricorso presentato dalle Regioni (contro il decreto Salva Italia del 4 dicembre scorso che all'articolo 23 ha di fatto 'svuotato' le competenze delle Province e ne ha modificato il sistema elettorale, ndr). "Valuteremo se mettere la pregiudiziale al voto o meno - ha aggiunto Saltamartini - insomma la poniamo ma potremmo rinunciare al voto. E' un'opzione. Che dipende dalla ricaduta che la bocciatura del decreto avrebbe sul piano politico".

"Come relatore - ha precisato Saltamartini - ho cercato di migliorare il decreto del Governo, così come ha fatto l'altro relatore, Enzo Bianco".

Lunedì prossimo in Commissione affari costituzionali del Senato saranno votati gli emendamenti: alcuni sono firmati dai due relatori, "altri sono stati aggiunti da me e non sono condivisi da Bianco e viceversa". Su questi ultimi, depositati ieri in commissione, si possono fare modifiche fino a mezzogiorno di lunedì.

Gli emendamenti, secondo Saltamartini, "prevedono modifiche leggere e non annullano il provvedimento: si aggiungono solo poche province". "Io - ha aggiunto - le avrei abolite tutte, perché questa storia dell'accorpamento mette in conflitto i territori e non risolve il problema dei costi e della funzionalità. E poi c'é la questione del mantenimento delle prefetture e delle questure nelle regioni più colpite dalla criminalità organizzata: io e Bianco siamo d'accordo sul fatto che bisogna tener conto della funzionalità degli apparati di sicurezza".