Censis 2012/1. da TuttoscuolaNews, n. 564 10.12.2012 Il 46° rapporto Censis sulla situazione sociale del Paese, che ha per filo conduttore la capacità di sopravvivenza e di riposizionamento manifestata dalla società italiana in quest’ultimo anno, indica tra i segnali di questa ritrovata capacità il fatto che per la prima volta in modo significativo si è verificata l’auspicata inversione di tendenza nelle iscrizioni alle scuole secondarie e all’università con una ripresa di interesse per gli studi a carattere tecnico-scientifico rispetto ai corsi umanistico-sociali. Sul versante scolastico l’istruzione tecnico-professionale appare in netta risalita rispetto a quella liceale. Non si tratta solo dell’aumento del numero di iscritti al primo anno: gli istituti tecnici e quelli professionali stanno costruendo nei fatti quella filiera tecnico-professionale integrata che a giudizio di molti è la condizione attraverso la quale passa un’offerta formativa più rispondente alle esigenze del tessuto produttivo e del mondo del lavoro. In prima fila sono soprattutto gli istituti professionali (81,5%) e tecnici (79,3%), che distanziano i licei (65,8%). Nel 53,6% dei casi si tratta di veri e propri poli formativi, fa notare il Censis, cui si aggiungono i distretti formativi (14%) e le Fondazioni Its (16,1%). Ad arricchire la proposta formativa degli istituti concorrono accordi di rete, convenzioni, associazioni temporanee, protocolli con imprese e altre istituzioni finalizzati a proporre un’offerta formativa più rispondente alle esigenze del tessuto produttivo e del mondo del lavoro. Il processo è avviato e sembra aver superato la massa critica necessaria per il decollo, anche se non mancano le criticità: la maggioranza dei dirigenti scolastici (66,8%) ritiene che la principale debolezza delle reti sia la mancanza di risorse finanziarie certe e pluriennali, per il 44,5% esistono difficoltà nei rapporti con il tessuto imprenditoriale, mentre il 25,8% indica la necessità di semplificare gli organismi d’indirizzo e controllo. |