I bambini diversamente abili
penalizzati dalla burocrazia scolastica

 Miriam Leto da bebè blog, 12.12.2012

Una burocrazia scolastica disordinata e assolutamente inefficiente è spesso quella made in Italy. Questo purtroppo è un dato di fatto e il quadro generale del sistema della scuola nel nostro Paese, che mette al di sopra di tutto scartoffie e pratiche obsolete, ascolta poco, aiuta sempre di meno. Neanche i bambini più fragili sono spesso rispettati, la colpa è di un precariato degli insegnanti e dei maestri di sostegno che li fa girare come trottole, senza sapere dove saranno (e se ci saranno dietro alla cattedra) da qui a due mesi. Il caso è che i bambini diversamente abili sono i più penalizzati da questa eternamente incasinata burocrazia scolastica italiana.

Sì, perché proprio quando gli insegnanti riescono a fare breccia nel cuore e nella mente di questi piccoli, ecco che tutti i mesi di sforzi, di complicità conquistata per gesti ogni giorno, di progressi difficili e di splendide conquiste fatte insieme, si vedono svanire davanti agli occhi causa -repentino trasferimento dei maestri- che tanto li hanno accuditi ed imparato a conoscere nei mesi. Ed ecco che ne arrivano di nuovi, non meno bravi sia chiaro. Ma il fatto è, e chi è mamma lo sa molto bene, che i bimbi sono fedeli alla loro routine, e quando ci sono cambiamenti bruschi per i cuccioli vuol dire non avere più terra sotto i piedi, il discorso vale doppio per i piccoli più deboli e bisognosi di amore e cure ancor più tenaci e profonde.

Spostare una figura di riferimento così importante per un bambino diversamente abile, da un giorno all’altro, equivale quindi a frantumare in mille pezzi il suo mondo fatto di affetti solidi, quotidianità, amore ed educazione. Equivale nei difficili casi per esempio dell’autismo a fare retrocedere il bambino nei progressi e a fargli perdere completamente l’orientamento.

Ma si vede che questo non importa abbastanza, perchè ogni anno tutto il tram tram si ripresenta puntuale, come ieri quando centinaia di supplenti che erano stati nominati a settembre e stavano insegnando nelle classi -fino al fatidico arrivo dell’avente diritto- pubblicate le graduatorie definitive hanno dovuto lasciare in fretta e furia il loro posto a chi è stato nominato, per spostarsi su altre scuole, mandando in tilt le segreterie, gli alunni e le loro famiglie. Ma questa ormai è una storia vecchia come il Belpaese.

Vi riporto un significativo estratto dell’articolo del Fatto Quotidiano di ieri:

Chi ci ha rimesso sono stati soprattutto i ragazzi diversamente abili già penalizzati in questo Paese. Nei giorni scorsi il Miur ha presentato nel seminario nazionale sulla disabilità i dati sulla situazione italiana dell’inclusione scolastica. Anche in questo anno scolastico il rapporto docenti di sostegno/alunni disabili è sulla carta di uno a due, come fissato dalla legge finanziaria 2008. Attualmente infatti i docenti di sostegno sono poco più di 101 mila, mentre gli alunni disabili nelle scuole statali sono poco più di 202 mila. Eppure, come denunciato dalla rivista Tuttoscuola, “alcune regioni che già avevano un rapporto ben al di sotto del valore di uno a due, lo hanno ulteriormente abbassato, come è successo in Calabria, Campania, Molise, Puglia e Sicilia. Le regioni del Centro vanterebbero un credito di oltre 2.400 posti di sostegno, il Nord Ovest quasi 2.300 e il Nord Est mille. Posti che non hanno avuto. La Lombardia avrebbe dovuto ricevere dalle altre regioni duemila posti di sostegno; il Lazio più di 1.800”