La scuola che funziona meglio è quella finlandese, di Flavia Foradini Il Sole 24 Ore, 5.12.2012
Mentre in Italia i 321.210 iscritti studiano per il
concorsone della scuola del 17 e 18 dicembre è ancora una volta
la Finlandia ad ottenere il primo posto nel nuovo studio sullo stato
dei sistemi di istruzione in 50 Paesi del pianeta, lasciando
l'Italia in 24° posizione per risultati cognitivi, al 27° per gli
esiti formativi. Condotta da Pearson, la più grande casa editrice
britannica, e dalla "Intelligence Unit" dell'Economist, la ricerca
The Learning Curve ha considerato una sessantina di parametri e
ha prodotto inoltre una serie di classifiche che fotografano la
situazione sotto diversi punti di vista: investimenti governativi,
reclutamento e trattamento degli insegnanti, rapporto
docenti-alunni, anni complessivi di formazione, background culturale
di ciascun Paese, numero di laureati.
Al secondo posto si è piazzata un'altra nazione spesso fra i primi
della classe, la Corea del Sud, il cui sistema totalmente differente
da quello finlandese, rende ineludibile una riflessione, e conferma
che le vie verso il traguardo di un sistema efficiente possono
essere molto diverse. Se nel Paese asiatico, nelle scuole di ogni
ordine e grado regnano disciplina e rigore, e contenuti studiati a
memoria e verificati da continui test, in quello scandinavo la
parola magica è infatti flessibilità e creatività, e studio basato
sulla comprensione, piuttosto che sulla ripetizione. Inoltre, se in
Corea un docente guadagna due volte più del salario medio nazionale
e ha classi numerose, in Finlandia lo stipendio di un docente a
inizio carriera è in linea con la media degli altri laureati del
Paese, ma le ore di insegnamento giornaliero non sono più di 4.
Entrambi i sistemi tuttavia, hanno alla base il comun denominatore
di grandi investimenti nella scuola: il 12% del PIL la Finlandia, il
15% la Corea del Sud, e il risultato finale è in Estremo Oriente
come nel Nord-Europa un elevato numero di laureati.
Proprio l'accesso alla professione di insegnante, unito alla
considerazione del suo ruolo da parte dell'opinione pubblica, è un
ulteriore punto di contatto fra i due sistemi: in entrambi i Paesi,
ai docenti si chiedono competenze di alto livello – il reclutamento
avviene fra i migliori laureati, in Finlandia solo fra chi ha un
master - e il loro status sociale è elevato. |