Profumo sui tagli: un errore strategico Lettera di congedo e auguri del ministro Profumo da Tuttoscuola, 23.12.2012 “Cari colleghi professori, ricercatori e personale scolastico dell’università e del ministero, care famiglie, carissimi studenti, desidero innanzitutto farvi i miei migliori auguri affinché le vostre feste siano serene e felici e lo sia altrettanto il prossimo anno. Considero un vero privilegio aver trascorso con voi questo anno di lavoro e di comune impegno”. Così comincia la lettera che il ministro dell’Istruzione Francesco Profumo pubblica sul sito del Miur. Ma la lettera non si limita solo di auguri. Con l’occasione il ministro fa anche un bilancio del lavoro svolto con toni apertamente autocritici. Dopo aver premesso che “La responsabilità di fare il ministro in un momento così difficile per il nostro Paese è stata per me un’occasione unica per sentire quanto valore, orgoglio, professionalità, forza e risorse voi offriate all’Italia, giorno per giorno con il vostro impegno e fatica”, Profumo riconosce, assumendosene “per intero tutta la responsabilità politica e morale, che nonostante i miei sinceri sforzi non sempre questo impegno è stato capito, raramente è stato valorizzato, quasi mai ha rappresentato una priorità per il Paese e le sue classi dirigenti”. Il ministro fa due esempi: il mancato stanziamento di 300 milioni per il fondo di finanziamento ordinario delle università, “un errore strategico che pregiudica il funzionamento dell'intero sistema della formazione superiore”, e il fatto che “anche quest’anno si sia ritenuto di chiedere alla scuola, nonostante i tagli e le carenze di risorse e investimenti subiti negli ultimi anni, una riduzione delle risorse complessive”. Tra le iniziative messe in cantiere ma da implementare (con adeguati finanziamenti) Profumo cita il concorso per nuovi insegnanti, la riprogettazione del sistema dei bandi di ricerca, il varo del sistema di abilitazione nazionale nell’università, le misure per l’edilizia scolastica. Un lavoro appena iniziato, “con tutte le difficoltà e le inevitabili incomprensioni, suscitate anche dal fatto che lo si doveva fare senza investimenti”, ma che egli auspica “venga compreso e raccolto da chi viene dopo di noi”. Un bilancio pieno di “ombre e questioni irrisolte” ma necessario e doveroso perché “avere a cuore lo Stato e il bene pubblico significa infatti, per un sabaudo come me, guardare prima a ciò che rimane da fare piuttosto che alle cose fatte”. Profumo ha ribadito la sua intenzione di tornare all’università e di non dare uno sbocco politico alla sua esperienza ministeriale, ma la sua lettera di auguri e di bilancio delle cose fatte, e soprattutto da fare, ha anche l’aspetto di un promemoria inviato al premier uscente Mario Monti affinchè ne tenga conto nella definizione della sua Agenda. |