Concorso, più bravi i candidati di Alessandro Giuliani La Tecnica della Scuola, 20.12.2012 La percentuale degli ammessi delle classi di concorso delle secondarie (I grado 48,5%; II grado 45,0%) sono più che doppie rispetto a quelle dell’infanzia (18,9%) e della scuola primaria (22,9%). I motivi da ricercare probabilmente nei diversi studi svolti. Per il Miur significa però soprattutto che i test hanno selezionato delle competenze e non sono stati una semplice ‘lotteria’. Curiosità: al concorso hanno partecipato anche 155 candidati sopra i 61 anni. Il Miur continua a fornire informazioni indicative su coloro che hanno svolto, ad inizio settimana, le prove preselettive del concorso a cattedra per 11.542 posti: l’ultima, decisamente interessante, è che i candidati docenti destinati alla scuola media e superiore si sono mostrati più abili nel rispondere ai 50 quesiti a risposta multipla loro proposti. “Analizzando i dati delle classi di concorso- ha fatto sapere il dicastero di viale Trastevere - , i risultati sono direttamente collegati al percorso di studi dei candidati. Infatti, la percentuale degli ammessi delle classi di concorso delle secondarie (I grado 48,5%; II grado 45,0%) sono più che doppie rispetto a quelle dell’infanzia (18,9%) e della scuola primaria (22,9%)”. Cosa vuol dire questo? Probabilmente che gli aspiranti docenti della scuola secondaria hanno trovato meno ostici i test perché più abituati a vivere questo genere di situazioni: una parte consistente dei candidati prof della scuola dell’infanzia e primaria, infatti, non ha conseguito la laurea. E quindi non dovrebbe avere avuto molte occasioni per sperimentare questo genere di selezioni. A questo si aggiunge un altro probabile dato: quello che gli aspiranti docenti della secondaria di primo e secondo grado, soprattutto coloro che hanno svolto studi scientifici, possano essere stati favoriti dalle maggiori conoscenze su certe tipologie di domande, come quelle sull’insiemistica. Per il Miur, invece, non è il caso di fare commenti su queste distinzioni: per l’amministrazione quel che conta è che “i dati confermano che i test hanno selezionato comunque delle competenze e non sono stati una semplice ‘lotteria’”. Da viale Trastevere sono arrivate anche conferme sugli esiti delle prove preselettive su base regionale: la regione che ha fatto registrare meno ammessi agli scritti è stata, come già detto, la Calabria (con appena il 20,8% di idonei). I candidati più bravi si sono invece dimostrati quelli della Toscana: hanno superato il primo scoglio oltre il 44% di partecipanti. Secondo il Miur “le percentuali di ammessi al concorso seguono curiosamente l’andamento dei risultati delle rilevazioni sugli apprendimenti degli studenti Ocse PISA 2009. Il tasso di ammissione dei candidati insegnanti aumenta nelle stesse zone d’Italia in cui sale la curva Ocse che indica una maggiore preparazione degli studenti. Emerge dunque una correlazione diretta tra la bravura degli studenti e la capacità dei candidati di superare i test, quindi tra studenti più preparati ed aspiranti docenti più preparati”. Confermata anche un’altra indiscrezione: dal punto di vista anagrafico, il concorso ha innegabilmente premiato i più giovani. La percentuale più bassa di ammissione alle prove successive è infatti quella relativa ai candidati sopra i 40 anni di età. Viene da chiedersi, allora, per quale motivo il Ministero abbia escluso dal concorso proprio i candidati che potenzialmente avevano maggiori chance di accedere alle prove successive. Curiosità finale: al concorso hanno partecipato anche 155 candidati sopra i 61 anni, così distribuiti: Abruzzo 3; Basilicata 1; Calabria 9; Campania 18; Emilia Romagna 7; Friuli Venezia Giulia 1; Lazio 26; Liguria 2; Lombardia 23; Marche 1; Piemonte 8; Puglia 8; Sardegna 4; Sicilia 23; Toscana 15; Veneto 6. |