Usa, la strage nella scuola di
Newtown di A.G. La Tecnica della Scuola, 27.12.2012 In Connecticut le richieste di licenza mai così alte. Sembra che la "colpa" sia del Natale. Ma anche della possibilità che il presidente Obama possa far passare una legge per limitarne l'acquisto. Le lobby delle armi non ci stanno: sarebbe un norma ipocrita. E propongono di introdurre guardie armate nelle scuole. Le contraddizioni degli Stati Uniti d’America non finiscono mai di stupire. Dopo la strage di Newtown, la cittadina del Connecticut, dove un ragazzo ha ucciso 20 bambini di una scuola primaria e sei adulti dopo aver ammazzato la madre, la vendita di armi è notevolmente aumentata in tutto il Paese. Ed anche le richieste per venire in possesso del porto d’armi. Se per molti la causa è da rintracciare nella paura che nuove leggi impediscano l'acquisto di alcune armi, come quelle d'assalto, il sito di Atlantic Wire ne ha trovata un'altra: il Natale. Migliaia di persone hanno pubblicato su internet le foto dei propri regali e molti, negli Stati Uniti, si sono fatti ritrarre sorridenti, accanto all'albero, con pistole e fucili appena ricevuti, compreso il Bushmaster usato meno di due settimane fa nella scuola della cittadina del Connecticut. Eppure, sottolinea Le Monde, c'è chi ha ancora voglia di essere ironico, come una ragazza fotografata con il suo fucile, che ha scritto: "Non cercate di entrare in questa casa". Nemmeno i filtri di Instagram, l'applicazione più usata per modificare le foto su telefonini e tablet, serve ad addolcire, secondo il sito del quotidiano francese, il ritratto di questa America. Il sito The Verge, che ha ripreso i messaggi pubblicati su Twitter, ha commentato: "Ecco un evidente contrasto con la compassione e l'orrore espressi nelle ultime settimane dopo la strage" di Newtown. "Questo mostra - ha concluso il giornalista - che il Paese ha ancora una lunga strada da percorrere prima di risolvere uno dei più profondi motivi di divisione" negli Stati Uniti. Ma ci sono anche altri brutti segnali. In Connecticut, in Colorado, nell'ultima settimana l'ufficio di investigazione dello Stato ha ricevuto 8.800 richieste di licenza, con picchi di 3.000 moduli al giorno. "Sono numeri senza precendenti", ha commentato la portavoce dell'ufficio, Susan Medina, al Denver Post, sottolineando che il boom delle richieste è scattato il 15 dicembre, il giorno dopo la strage in cui hanno perso la vita 26 persone, di cui 20 bambini. Sebbene la procedura di approvazione occupi in media pochi minuti, al momento può richiedere un tempo di attesa di quasi tre giorni, e i funzionari dell'ufficio di investigazioni hanno esteso gli orari di lavoro fino a mezzanotte.
La corsa alle armi dopo le stragi non è un fenomeno insolito. Almeno
per il Colorado. Anche lo scorso luglio, dopo la sparatoria nel
cinema di Aurora, vicino a Denver, dove hanno perso la vita 12
persone, si era verificato un aumento esponenziale delle vendite di
pistole, con 3.000 richieste di porto d'armi in un solo fine
settimana. Ma ci sono anche altre segnali che osteggiano la facile presenza di armi tra la cittadinanza. La potente lobby americana delle armi, National Rifle Association (Nra), ha ribadito la sua contrarietà a qualsiasi misura restrittiva sul possesso di armi, respingendo il progetto presentato dalla senatrice democratica Diane Feinstein contro la vendita delle armi d'assalto. "Credo sia una legge ipocrita e per questo motivo non credo che sarà adottata", ha detto l'amministratore delegato Wayne LaPierre, intervistato dall'Nbc, ricordando che quando 12 studenti e un'insegnante vennero uccisi alla scuola Columbine, nel 1999, la legge che vietava le armi d'assalto era in vigore.
"Non credo che funzionerà, lo ripeto, ma non vengo ascoltato: non
funzionerà, non ha funzionato. Dianne Feinstein aveva ottenuto il
suo divieto e ci fu Columbine". Il divieto introdotto nel 1994 e
scaduto nel 2004 riguarda la fabbricazione e la vendita di 19
modelli di armi. Intanto, un quotidiano dello Stato di New York, il Journal News, ha deciso di pubblicare online una mappa delle contee di Westchester, Rockland e Putnam, segnalando tutte le persone che possiedono un porto d'armi. In questo modo, il quotidiano ha praticamente schedato circa 44.000 persone, inserite con nome e indirizzo nella mappa abbinata a un articolo intitolato "The gun owner next door: What you don't know about the weapons in your neighborhood". Una "operazione verità" sui vicini di casa che non è piaciuta a molti: su blog e siti d'informazione sono migliaia i messaggi di americani indignati. |