Ancora ambiguità di Monti sulla
scuola: di Anna Maria Bellesia La Tecnica della Scuola, 2.12.2012 Monti ci dica finalmente e con onestà intellettuale il vero obiettivo del suo Governo per la scuola, senza giri di parole, senza espedienti retorici per confondere gli italiani, e soprattutto smettendola di colpevolizzare i docenti. Il mondo della scuola è disposto ad una “sana evoluzione”, ma vuole sapere prima in che direzione va il cambiamento. Il presidente Monti oggi a Verona torna a parlare di scuola, ambiguamente. Si dice disposto ad “ascoltare le istanze del mondo della scuola a patto che siano fatte in maniera costruttiva, senza strumentalizzazioni e senza corporativismo”. Il che significa ripetere la convinzione di avere a che fare con un mondo caratterizzato dal corporativismo e che si lascia andare a ciniche strumentalizzazioni. È stato inutile finora ricordagli che i veri corporativismi in questo Paese son ben altri, troppo forti evidentemente per scalfirli. Meglio prendersela con i più deboli.
Monti torna a bollare come “difesa di interessi di breve periodo” le
reazioni del corpo docente all’incremento di lavoro, imposto per
legge e senza contropartita stipendiale. Una manovra equivalente a
tagliare gli stipendi, il vero obiettivo nei riguardi di tutta la
Pubblica Amministrazione. Il resto consiste nel tagliare posti di
lavoro, già quantificati in 24mila nelle amministrazioni centrali,
lasciare a casa i precari, mettere in mobilità i lavoratori, e da
ultimo licenziare. La ministra Fornero lo va dicendo da mesi. Nel
privato si licenzia, e nel pubblico bisogna poterlo fare ugualmente,
“per non fare discriminazioni” è la sua tesi, condivisa dal Governo.
Questo è il concetto “tecnico” di equità. Il governo Monti ha eseguito così bene i suoi compiti verso l’Europa che adesso abbiamo l’età pensionabile più alta d’Europa! Fra qualche anno avremo docenti di 65-66-67 anni in prima elementare, o prima media, o prima di un istituto professionale, con 25-30 alunni per classe, altissime percentuali di stranieri, alunni con handicap, alunni con Dsa. Niente turnover. I precari invecchiano anche loro prima dell’immissione in ruolo. Neppure il recente concorso per 11.500 nuovi docenti porterà a un accenno di ricambio generazionale. Come fa un docente di 50-60 “immigrato digitale”, pur con tutta la buona volontà di aggiornarsi in proprio (la formazione in servizio è l’ultima ruota di un carro sgangherato) a stare al passo con i tempi di fronte ad una generazione di “nativi digitali”? Monti ci dica finalmente e con onestà intellettuale il vero obiettivo del suo Governo per la scuola, senza giri di parole, senza espedienti retorici per confondere gli italiani, e soprattutto smettendola di colpevolizzare una categoria che in questi anni ha mandato avanti comunque, con buona volontà e impegno, un sistema di istruzione ormai sull’orlo della distruzione, grazie all’opera dei politici e tecnici che abbiamo avuto. |