In pagella non c’è spazio
per i due o i tre?

 Tuttoscuola, 10.4.2012

Dopo i compiti a casa, si apre un altro dibattito nella scuola che chiama in causa nuovamente docenti e genitori. Questa volta la “provocazione” viene da un liceo classico a Milano, dove il preside ha proposto di abolire i voti inferiori al “quattro” in sede di scrutinio, poiché, a suo dire, colpevoli di “umiliare” troppo i ragazzi, creando “inutili frustrazioni”.

La proposta – è bene chiarirlo – non riguarda i voti nelle singole prestazioni (compiti in classe o interrogazioni), bensì la valutazione quadrimestrale in sede di scrutinio.

Mentre molti genitori e insegnanti hanno giudicato la proposta del dirigente scolastico come “una trovata utile e su cui ragionare” (lo riferisce il Corriere della Sera che ha dato spazio e rilievo alla notizia), di parere nettamente contrario sembra si siano dichiarati altri capi d’istituto (una proposta pericolosa, fuorilegge) e, in particolare, il direttore generale dell’Ufficio scolastico della Lombardia, Giuseppe Colosio.

Colosio non vuole nemmeno discutere la proposta: “I voti vanno dall'uno al dieci. Un eventuale "due" non è diretto né all'alunno né al suo modo di essere, bensì a una prestazione”.

Per dare voti, secondo il direttore regionale, servono “serietà, chiarezza e trasparenza”, perché la scuola non è il luogo dove si risolvono tutti i problemi. “Semmai aiutiamo i ragazzi con valutazioni corrette”.

Tra i dirigenti scolastici milanesi c’è chi, contrario alla proposta (ma forse non ha capito che non riguarderebbe singole prestazioni ma la valutazione complessiva alla fine del quadrimestre), teme che in quel modo i giovani crescano fragili e ipersensibili.