Sempre in salita la strada «Le programmazioni riguardanti gli alunni con disabilità - rileva Giuseppe Argiolas del Direttivo Nazionale del CIIS (Coordinamento Italiano Insegnanti di Sostegno) - hanno lasciato il passo agli obiettivi didattici ed educativi e all'attuazione di piani individualizzati statici, che nulla hanno di dinamico». Una riflessione sulle difficoltà dell'integrazione scolastica nel nostro Paese, dove la scuola, «come una possibile "grande mela"», viene chiamata, sempre secondo Argiolas, «ad attuare "da sola", con responsabilità e rigore, il processo dell'integrazione» di Giuseppe Argiolas*, Superando 12.4.2012 L'integrazione scolastica, oggi, non sembra essere come "la grande mela" e tanto meno di colore verde. Tanti e annosi, infatti, sono i problemi ancora aperti legati all'inserimento degli alunni con disabilità nelle scuole comuni e non, con il triste primato di un Paese che di fatto non garantisce il sostegno secondo le effettive esigenze di ciascun alunno.
Il ricorso continuo
alla giustizia amministrativa sembra essere l'unica via percorribile
dalle famiglie, ma talvolta lo svilimento arriva prima delle
sentenze favorevoli e così, il peso faticoso di un diritto negato
spesso condiziona fortemente l'esito di un progetto
di vita, mettendo a dura prova i rapporti delicati tra famiglia e
scuola. Le programmazioni hanno lasciato il passo agli obiettivi didattici ed educativi e all'attuazione di piani individualizzati statici che nulla hanno di dinamico. Il monitoraggio degli apprendimenti curricolari (1) sembra essere solo un vago ricordo, a confronto del clamore suscitato dalla stampa per un diritto allo studio giustamente riconosciuto. Questa è una scuola inclusiva che vede spesso contrapposta la didattica differenziata all'autonomia delle istituzioni scolastiche, dimenticando la questione fondamentale dell'integrazione e quindi le effettive esigenze di ciascun alunno. In realtà non può esserci integrazione senza autonomia delle istituzioni scolastiche e il potenziamento di quest'ultima dev'essere di fatto «funzionale [...] alle esigenze [...] di integrazione e sostegno agli alunni con bisogni educativi speciali e di programmazione dei fabbisogni di personale scolastico» [citazione tratta dall'articolo 50, comma 1b della Legge 35/12, "Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 9 febbraio 2012, n. 5, recante disposizioni urgenti in materia di semplificazione e di sviluppo", N.d.R.], attraverso il monitoraggio degli apprendimenti curricolari e il successo formativo degli alunni.
La "mancata
professionalità dei docenti" - spesso invocata come unica denuncia -
risulta essere una visione ristretta di una scuola dell'inclusione
che nel suo insieme propone soluzioni efficaci.
(1) Nella
traccia per la compilazione del Profilo Dinamico
Funzionale/Piano Educativo Individualizzato (PDF/PEI) - documenti
riguardanti gli alunni con disabilità - alla voce
Apprendimenti curricolari si legge: «La prima
parte riguarda la progettazione del "curricolo", che deve
essere effettuata dal Consiglio di Classe o Modulo e riportata nel
Registro dei Verbali o Agenda di Modulo. Il modello di PEI prevede
un'articolazione della progettazione che ogni scuola può adottare
nelle forme che riterrà più opportune e consone alla propria
esperienza. In questa parte vengono definiti i percorsi curricolari,
per campo di esperienza, ambito o disciplina, specificando
obiettivi, contenuti, metodi ecc., al fine di monitorare la corretta
correlazione tra intervento effettuato e obiettivo posto per lo
sviluppo delle potenzialità. Si tratta di uno strumento pratico ed
operativo. Va redatta all’inizio di ogni anno scolastico e
verificata a metà percorso e alla fine dello stesso. La sua
redazione operativa è affidata alla scuola. La seconda parte
riguarda la descrizione del contesto, in particolare del
gruppo classe. Si espliciteranno le dinamiche presenti, le
interazioni, le modalità di rapporto, le criticità, le risorse,
ecc.». * Direttivo Nazionale del CIIS (Coordinamento Italiano Insegnanti di Sostegno). |