Riforma organi collegiali: ok delle Regioni

di Reginaldo Palermo La Tecnica della Scuola, 26.4.2012

Limitate le proposte di modifica. Le Regioni chiedono di poter definire in modo autonomo composizione e compiti delle Conferenze territoriali. Il dissenso di una parte del mondo sindacale sul ddl all'esame della Camera sembra ora destinato ad avere poco peso.

Il disegno di legge in materia di autogoverno delle istituzioni scolastiche statali supera un altro ostacolo e si avvia (forse) verso una rapida approvazione alla Camera.

Nei giorni scorsi, infatti, la Conferenza delle Regioni e delle Province autonome ha espresso il proprio parere sul provvedimento in termini assolutamente positivi.

“La Conferenza - si legge nel documento approvato nel corso della seduta del 19 aprile - esaminato il testo attualmente all’esame della Commissione VII della Camera in sede legislativa, ne condivide sostanzialmente obiettivi e principi ispiratori”.

Le richieste di modifica sono per lo pił marginali e riguardano le prerogative delle regioni e degli enti locali.

L’unica proposta di modifica di un certo peso riguarda la riscrittura del 6° comma dell’articolo 11 relativo alle Conferenze di ambito territoriale che dovrebbero essere “il luogo del coordinamento tra le istituzioni scolastiche, gli Enti locali, i rappresentanti del mondo della cultura, del lavoro e dell'impresa di un determinato territorio”.

Le Regioni chiedono anche la soppressione del comma 7 del testo predisposto dalla VII Commissione della Camera che prevede che alle Conferenze di ambito partecipino anche l’amministrazione scolastica regionale e le Universitą.

Le regioni propongono poi la cancellazione del comma 8 che stabilisce che le Conferenze territoriali “esprimono pareri sui piani di organizzazione della rete scolastica, esprimono, altresķ, proposte e pareri sulla programmazione dell'offerta formativa, sugli accordi a livello territoriale, sulle reti di scuole e sui consorzi, sulla continuitą tra i vari cicli dell'istruzione, sull'integrazione degli alunni diversamente abili, sull'adempimento dell'obbligo di istruzione e formazione”. Evidentemente le Regioni rivendicano il diritto di poter definire in modo autonomo composizione e compiti delle Conferenze d’ambito.

Ma nel complesso l’impianto politico generale non viene minimamente messo in discussione.

A questo punto, il dissenso nei confronti del ddl manifestato dai movimenti di base e da una parte del mondo sindacale (e della Flc-Cgil in particolare) appare destinato ad avere un peso limitato.