Riforma organi collegiali,
il no della Gilda

di A.G. La Tecnica della Scuola, 3.4.2012

Per il sindacato autonomo siamo di fronte ad “un attentato alla scuola pubblica statale”. Il timore principale è che i docenti nei Consigli d'istituto avranno ben poca voce. A fronte di sempre più critiche al progetto di legge, urge un confronto con le parti coinvolte.

“Le norme che regolano l'autonomia delle scuole non possono essere stabilite da gruppi politici ristretti ma devono essere il frutto di una più ampia discussione che deve coinvolgere tutto il Paese e, in primo luogo, i docenti”. È fortemente negativo il giudizio espresso dalla Gilda degli insegnanti sul Progetto di legge 953, il testo di riforma degli organi collegiali della scuola con primo firmatario il quasi ex onorevole Valentina Aprea (Pdl), approvato nei giorni scorsi dalla Commissione Cultura della Camera ed ora atteso dall’iter per giungere all’approvazione finale.

Secondo l’organizzazione coordinata da Rino Di Meglio la proposta va rigettata prima di tutto perché non rispetterebbe i limiti dettati dalla Costituzione all'autonomia. Per il sindacato autonomo questo modo di procedere, cercando anche di bypassare la discussione del testo nelle aule parlamentari, costituirebbe addirittura “un attentato alla scuola pubblica statale”.

Il timore della Gilda è quello di aprire ad un’autonomia scolastica sempre più gestita da esperti esterni. E meno dai professionisti dell’insegnamento. Con questi ultimi “che nei Consigli d'istituto” avranno “ben poca voce”. Mentre la loro “funzione deve essere quella di garanti della natura pubblica della scuola statale”. Inoltre “la proposta di legge Aprea – conclude l’organizzazione sindacale - non prevede l'istituzione di organi di controllo che vigilino sull'attività delle scuole autonome e non esplicita i contenuti degli statuti delle singole scuole”.

Le critiche della Gilda si sommano a quelle di altri sindacati, come la Flc-Cgil (che vorrebbe una consultazione tra i diretti interessati), i Cobas (che in Lombardia hanno già manifestato contro) e l’Anief (ignora le rappresentanze dei lavoratori e incentiva la presenza dell’utenza a spese dei docenti). Ma anche delle associazioni cattoliche, come l’Uciim. E di alcuni partiti politici, come l’Idv. Rimane, invece, sostanzialmente positivo il parere del Partito democratico. Una posizione, quella del Pd, che non è passata inosservata: se è vero che il progetto di legge originario è stato stralciato, è altrettanto vero che alcune parti rimaste meritano sicuramente di essere approfondite. Con un confronto di tutte le parti coinvolte.