Ricorsi per l'inserimento a pettine.
"Tanto fumo e niente arrosto".

inviato da Antonio Gabrilei, 18.4.2012

Torno ad occuparmi della vicenda riguardante gli ex ricorrenti pettine del Tar Lazio, facendolo sempre con lo stesso spirito che mi ha guidato nei miei precedenti comunicati: evitare le possibilità di raggiro dei tanti poveri precari della scuola.

Già si è detto del grave pregiudizio economico a cui vanno incontro gli ex ricorrenti pettine del TAR Lazio che, sollecitati da alcune organizzazioni/ricorsifici, rischiano una seria condanna per lite temeraria.

In questi giorni molti docenti/controinteressati stanno ricevendo la notifica dei ricorsi ad opera dei docenti/ricorrenti al TAR privi dei reali diritti.

Come si è già avuto modo di spiegare, in generale e senza operare un’analisi caso per caso, si ritiene che la maggior parte di questi docenti/ricorrenti hanno solo la possibilità di ottenere da parte del Giudice del Lavoro la condanna al pagamento di ingenti somme di denaro per aver posto in essere una “lite temeraria” ovvero per aver presentato ricorsi giudiziali essendo privi dei reali diritti.

La colpa di tutto questo, a mio sommesso avviso, non andrebbe ricercata nei docenti né nei loro avvocati, bensì in quei tanti proclami pubblicitari mistificatori della realtà.

Si legge, infatti, di  vittorie in favore degli ex ricorrenti pettine del Tar Lazio; si legge di ordinanze emesse inaudita altera parte come se fossero decisioni emesse nel merito; si legge di sollecitazioni a ricorrere per chi è privo dei reali requisiti. Detto in altre parole, c’è chi cerca di far leva sulla poca conoscenza  giuridica di tanti docenti (comunque eccellenti professionisti nelle loro materie d’insegnamento), al fine di alimentare inutili contenziosi che come epilogo vedranno ingrossare le tasche già gonfie di qualche “ricorsificio”, facendo rimettere tutti i soldi ai poveri precari della Scuola. Certamente, passando il tempo, molti docenti hanno già ben compreso che dietro ad alcuni proclami pubblicitari di qualche organizzazione non c’è nulla di vero, giacché si cerca di vendere tanto fumo ma niente arrosto!

Dei prospettati ricorsi pettine che si vorrebbero riassumere al Giudice del Lavoro, salvo casi isolati, gli unici che rischiano di “banchettare” sulle povere spalle dei precari (che già non riescono ad arrivare a fine mese) sono i “ricorsifici” e il MIUR. Il MIUR perché grazie agli innumerevoli ricorsi di riassunzione al Giudice del Lavoro, a breve,  potrà disporre di un “tesoretto” da spendere grazie alle condanne per lite temeraria che potrebbero essere emesse a carico dei tanti docenti/ex ricorrenti al TAR Lazio;  i “ricorsifici” perché alla fine avranno intascato i loro soldi per le tessere, iscrizioni, ecc..

Gli unici a rimetterci saranno gli “ignari” docenti precari. (SIC!) .

Tornando, però, alle insidie derivanti dai tanti comunicati/proclami pubblicitari, in realtà alcuni vorrebbero “spacciare” per vittorie semplici ordinanze che, non essendo pronunciamenti sul merito, nulla garantiscono all’ex ricorrente del TAR Lazio.

Inoltre, alcuni comunicati pare tacciano e nascondano  appositamente tanti provvedimenti dei Giudici del Lavoro che hanno già respinto le richieste avanzate da diversi ricorrenti pettine.

Il motivo di tutto questo appare semplice: per il business del Deus ex machina è importante pubblicizzare solo le pseudo vittorie, tacendo numerose sconfitte.

Chi legge i comunicati di qualche associazione organizzatrice dei ricorsi deve avere la sensazione che tutto stia andando come promesso.

L’importante è che si ricorra, poco rilevando se ciò costerà caro ai docenti ricorrenti che avranno difficoltà a corrispondere il pagamento per le condanne ricevute.

Detto in altri termini, cercando di monopolizzare attraverso la pubblicità a pagamento l’informativa scolastica, alcuni vorrebbero mistificare la realtà dei fatti.

Si pubblicizzano false vittorie, tacendo le reali sconfitte.  

Chi cerca di tenersi aggiornato attraverso internet, poi, rischia di incorrere in siti d’informazione scolastica dediti a riportare solo una tesi: quella più importante per il business, ma anche quella più pericolosa per i docenti.

Tanto, per il business, non avranno alcun rilievo le lacrime amare che saranno destinati a versare i tanti ricorrenti.

D’altronde di queste lacrime amare il pubblico non ne avrà conoscenza, in quanto i “ricorsifici” si guarderanno bene dal pubblicare notizie riguardanti le vite dei precari rovinate dalle condanne per lite temeraria.

Ciò appare provato dal fatto che già in diversi Tribunali d’Italia si sono registrati rigetti delle istanze provenienti dagli ex ricorrenti pettine, ma a cui non viene dato risalto nei comunicati/proclami pubblicitari.

Ciò è un dato di fatto di cui i “ricorsifici” non preferiscono parlare!

E’ opportuno, dunque, che tutti i docenti inizino a riflettere su quanto sta loro accadendo.

Prima di congedarmi, vorrei riservare un ultimo pensiero ai docenti controinteressati che in questi giorni stanno ricevendo le notificazioni dei ricorsi. Costoro devono sapere che non sono lasciati soli.

Ultimamente, infatti, si sta dando maggiore attenzione alla problematica. Da un lato il MIUR a breve potrebbe ben comprendere la grande consistenza del tesoretto che potrebbe guadagnare, dall’altro lato, molti ex ricorrenti al TAR Lazio (i più avveduti) hanno già tirato le somme su quanto finora speso e sui concreti vantaggi mai ottenuti, nonostante gli sterili proclami pubblicitari. Ancora, diverse altre associazioni, comitati e sindacati stanno offrendo supporto a chi riceve la notifica del ricorso da parte degli ex ricorrenti al TAR Lazio.  Per esempio, è encomiabile quanto sta facendo il “comitato 296”, che ha predisposto anche una mail dedicata alla problematica (comitato296@gmail.com) .

Per quanto riguarda le gratuite offese di cui sicuramente sarò ancora una volta fatto bersaglio dal Deus ex machina, differenziandomi nello stile e nella serietà, mi limito a respingerle al mittente.

Resto a disposizione per ogni ulteriore necessità di chiarimento.

 

 

Antonio Gabrieli

antoniogabrieli78@gmail.com