Pubblico-privato nella scuola?
Non è lesa maestà

da TuttoscuolaNews, n. 533 23.4.2012

Al Convegno di Torino sulla scuola organizzato dalla Conferenza episcopale del Piemonte, dove c’è stata la prima contestazione pubblica al ministro Profumo (simbolica, visto che il numero dei contestatori era di qualche decina), c’è stata una chiara presa di posizione del sindaco Piero Fassino sul rapporto pubblico-privato nel nostro Paese, riferito alle istituzioni scolastiche dell’infanzia.

“Optare per un sistema misto pubblico-privato per la gestione degli asili nido - ha detto Fassino - non è una scorciatoia o un ripiego, ma rappresenta una ricchezza per tutti”.

“Nessuno - ha aggiunto il sindaco - vuole smantellare il sistema educativo torinese. La priorità fondamentale è che tutti i bambini che hanno un posto all'asilo o in una scuola materna continuino ad averlo. E lo avranno. Di fronte ai nuovi problemi finanziari dobbiamo però cambiare marcia prevedendo soluzioni nuove. Se dobbiamo passare da 150 a 140 strutture pubbliche, sfido chiunque a dire che questo rappresenta lo smantellamento del servizio pubblico, è una sciocchezza”.

Quella di Fassino, esponente autorevole del PD è un’affermazione molto forte, destinata a seminare polemiche nell’area della sinistra, dove, come è noto, vi sono associazioni per la difesa della scuola pubblica, dove il termine pubblico è sinonimo esclusivo di statale.

È stata musica per le orecchie di mons. Cesare Nosiglia, arcivescovo di Torino che ha parlato di rischio di morte della scuola se vengono a mancare le risorse finanziarie dello Stato.

“Nell'assistenza sociale - ha concluso il sindaco rinforzando il suo concetto - su 523 strutture solo 30 sono pubbliche, più del 90% sono gestite da imprese sociali, volontariato. Perché se lo facciamo anche nel servizio scolastico è lesa maestà? Non si capisce davvero”.

Si può essere certi che la presa di posizione dell’esponente del PD non passerà inosservata.