Corsi di inglese scuola primaria di Domenico Liotti La Tecnica della Scuola, 16.4.2012 Riceviamo da un lettore della provincia di Torino un'interessante lettera sulla "scandalosa" situazione dell'insegnamento della lingua nella scuola primaria. Volentieri ne pubblichiamo l'intervento Sono un insegnante della scuola primaria (ex elementare), insegno in un istituto comprensivo di Torino. Scrivo per denunciare una delle tante vergogne della scuola Italiana che nessuno vuole far conoscere alle famiglie e a cui nessuno da la giusta importanza. Non è una storia personale ma quella di una “categoria” che non esiste più, non conta più nulla, è stata spezzata e travolta da una società sorda, cieca e poco interessata all’istruzione. La vicenda risale alla legge n. 133/2008 con cui Gelmini-Tremonti tagliano i docenti specialisti di lingua inglese (cioè coloro che hanno STUDIATO) nella scuola primaria. La legge di riforma n. 148 del 1999 art. 10, successivamente D.M.1991, istituiva l’insegnamento specializzato con competenze specifiche delle lingue straniere (4 tra le più usate) con una preparazione approfondita e viaggi d’istruzione all’estero. La legge n. 133/2008 prevede che l’insegnamento della lingua inglese sia affidato all’insegnante di classe specializzato con un piano di formazione linguistica obbligatoria della durata di 150-200 ore. La circolare della regione Piemonte n. 265 del 23/9/2009 ha attivato corsi da un massimo di 380 ore ad un minimo di 100 ore per chi era già in possesso di conoscenze avanzate. Per azzerare gli insegnanti specialisti è stato affidato all’Ansas il proseguimento del Piano di formazione (legge 133) per i neoassunti: dopo 50 ore di corso estivo, neanche concluse, di cui 20 on-line, si deve insegnare inglese nelle classi prime e seconde già da settembre 2010. Trascuriamo pure il fatto che in molte scuole i dirigenti chiedono a docenti privi di titolo di insegnare la lingua straniera (ma è normale?) nelle classi prime e seconde e concentriamoci su questi corsi e cosa accade in quei “luoghi del sapere”. In primis, si sono formate classi di persone con competenze linguistiche in entrata differenti, quando in alcuni casi non esistenti, si deve lavorare on line su piattaforma Indire a casa con il computer (40 crediti, tenendo conto che un’attività dura 1 o 2 ore), si deve frequentare in presenza, si deve essere interrogati per verifiche e si deve sostenere un esame finale con commissione universitaria che certifica il livello! Che gioia! Noi da contratto facciamo 24 ore settimanali dunque più di qualsiasi docente di ogni ordine e grado, retribuito con uno stipendio del tutto inadeguato, in più nel mese di marzo è arrivata la stangata delle nuove tasse, comunali e regionali. Ah dimenticavo, è sette anni che non ci rinnovano il contratto (da 12 anni insegno e il mio stipendio è fermo alla cifra di 1.270 euro, nababbo!!) e ci tolgono soldi anche se stiamo in mutua per i primi 10 giorni, tanto per essere privilegiati. Non basta ci stanno chiedendo una cosa che non si può chiedere a chi insegna, ovvero: fate un corso di 200 ore circa su una lingua che non conoscete e di cui magari non vi frega niente e poi la insegnate alla generazione futura, alla nuova classe dirigente magari! Naturalmente il dirigente scolastico può utilizzare il personale che frequenta il corso ma che poi magari al termine dello stesso risulta non idoneo. Fantastico, solo la nostra scuola poteva tanto, bene ora insegni una lingua che non conosci perché frequenti il corso di aggiornamento ma poi ti possono bocciare... e allora? La scuola boccia la scuola! Come fa a passare un simile messaggio! Ci hanno umiliati, privati di un ruolo sociale che ci apparteneva, di una dignità di corpo insegnante e mi vogliono far credere che sono stato un fesso a fare l’università perché basta un corso e un certificato per insegnare qualcosa. E tutto questo sotto il silenzio, di tutti nessuno escluso. Ecco questo mi sentivo di denunciare, non posso sottostare ad una simile logica, me lo hanno insegnato a scuola, quella in cui il sapere conta ancora qualcosa. E’ un grido di dolore quello che si leva dalle mie parole per una profonda ingiustizia nei confronti degli insegnanti, costretti a insegnare tutto tranne quello per cui hanno studiato ma soprattutto nei confronti dei nostri alunni. Ma con quale criterio posso insegnare la lingua inglese se io non l’ho mai studiata? Con un corso di 200 ore lo sarò. Vi prego salvate i bimbi da questa barbarie educativa, la scuola non è questo! |