Assunzioni dirette:
dalla Lombardia una legge inapplicabile

di Reginaldo Palermo La Tecnica della Scuola, 5.4.2012

La proposta della Regione Lombardia sembra più una provocazione che una possibilità reale: per le scuole non sarà affatto facile mettere in piedi procedure concorsuali per coprire i posti vacanti.

Le proteste e le polemiche che stanno accompagnando l’approvazione delle legge regionale della Lombardia in materia di lavoro e sviluppo sono forse un po’ eccessive.
Probabilmente una lettura attenta del testo può servire a valutare con maggior serenità la vicenda. L’articolo incriminato, il numero 8, recita testualmente: “Al fine di realizzare l'incrocio diretto tra domanda delle istituzioni scolastiche autonome e l'offerta professionale dei docenti le istituzioni scolastiche statali possono organizzare concorsi differenziati a seconda del ciclo di studi per reclutare il personale docente con incarico annuale. E' ammesso a partecipare alla selezione il personale docente del comparto scuola iscritto nelle graduatorie provinciali fino ad esaurimento”.

La disposizione ci sembra molto chiara: le assunzioni sui posti da assegnarsi ad incarico annuale possono essere effettuate direttamente dalle scuole che, allo scopo, potranno bandire veri e propri concorsi. Prima questione da chiarire: le scuole avranno la possibilità (ma non l’obbligo!) di assumere tramite procedura concorsuale.Ora, vediamo il problema nel concreto: in genere le scuole conoscono le disponibilità annuali di cattedre nel mese di giugno e cioè dopo le operazioni di trasferimento.

Facciamo un’ipotesi: la scuola X (per semplicità supponiamo che si tratti di una scuola primaria) decide a giugno di bandire un mini-concorso per coprire 5 posti vacanti.

La scuola dovrà: predisporre il bando, assegnare tempi congrui per la consegna delle domande da parte dei candidati, istituire una commissione che esamini domande e curricoli e che magari faccia un seppur sommario colloquio con i candidati (altrimenti non si capisce in cosa consista la differenza rispetto alla assunzione tramite graduatoria), predisporre la graduatoria finale, attendere i consueti tempi per esaminare eventuali ricorsi e così via.

E’ facile capire che i problemi non sono pochi: come si farà a compensare il lavoro delle commissioni ? come si potrà mettere in piedi una procedura del genere proprio durante i mesi estivi quando il personale delle segreterie (e forse persino lo stesso dirigente scolastico) si trova in ferie ? che succede se uno o più posti disponibili a giugno vengono coperti successivamente con i movimenti annuali del personale di ruolo?

C’è poi una valutazione di carattere politico-sindacale più generale: i due maggiori sindacati (Flc e Cisl) hanno già usato parole di fuoco contro il provvedimento Formigoni-Aprea e dunque è facile prevedere che almeno i dirigenti scolastici di questi due sindacati non faranno ricorso alla possibilità offerta dalla legge. Saranno pronti invece i dirigenti scolastici dell’Anp a percorrere questa strada?

C’è da nutrire più di un dubbio: usare la procedura concorsuale è comunque una strada complessa sotto il profilo amministrativo e, aumenta a dismisura il rischio di contenziosi legali (gli stessi sindacati saranno pronti a ricorrere al TAR o al giudice del lavoro per contestare anche le virgole dei bandi e di qualunque altro atto connesso). Insomma, al di là di ogni valutazione sulla bontà della legge regionale, a noi pare che la proposta del Pirellone debba essere considerata più una provocazione che una proposta praticabile.

Possiamo sbagliarci, ma è davvero difficile pensare che il prossimo anno in Lombardia si possano fare assunzioni al di fuori delle vecchie regole.

Le graduatorie continueranno ad essere l'unico strumento per coprire i vuoti di organico e l'incontro fra domanda e offerta di cui parla la legge regionale rimarrà una interessante ipotesi su cui dibattere nei convegni e nelle assemblee sindacali.