Linguaggio sempre più impoverito. Tuttoscuola, 26.4.2012 In realtà, il titolo di questo articolo avrebbe dovuto essere “Topolino e le parole scomparse”, perché è proprio da uno dei fumetti più amati che viene la sorpresa. Pare infatti che i lettori più giovani non siano in grado di afferrare subito il senso di alcuni termini più ricercati, da sempre volutamente utilizzati nel linguaggio disneyano in versione italiana. Niente di snob, ma una sorta di escamotage garbato e ironico per strappare il sorriso dei lettori, giovani e non. Ora però si scopre che tanti termini usati dagli sceneggiatori non vengono più capiti e così, con una illuminazione della fantasia, degna della lampadina accesa associata alle idee più luminose di Archimede Pitagorico, dalla redazione di Topolino hanno sfornato una storia emblematica. Nel numero di febbraio infatti è comparsa “Paperino e il mago delle parole”, storia in cui i personaggi disneyani devono sventare la terribile minaccia del super computer Kapoccion che divora le parole, rendendo la comunicazione grigia e miserevole. Al di là del fumetto, resta la realtà dell’italiano attuale dove molte parole restano ai più incomprensibili o generano equivoci interpretativi. Una ricerca della Disney ha scoperto che parole come “turlupinare”, “intabarrato” o “darsena” fanno sorgere qualche perplessità di comprensione nei ragazzi (non oltre il 20% degli intervistati dichiara di conoscerne il senso). È tempo di unire le forze, senza pregiudizi, sfruttando il buon momento per l’editoria giovanile che vede i più forti lettori proprio tra i ragazzi e invertire la tendenza all’impoverimento e alla semplificazione linguistica che minacciano la nostra lingua.
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