La riforma degli OO.CC.
è una grande occasione di rilancio
dell’autonomia scolastica

Lucio Ficara, ScuolaOggi 19.4.2012

Per il bene della scuola italiana, la nostra scassatissima autonomia scolastica deve essere urgentemente riabilitata e riarticolata. L’autonomia scolastica dopo oltre dieci anni dalla sua nascita ha evidenziato tutti i suoi limiti genetici, connaturati al periodo storico della sua attuazione. La autonomia scolastica si sviluppa in un’Italia post tangentopoli , dove il ritardo di crescita culturale e sviluppo economico rispetto agli altri Paesi d’Europa, sono alla base dell’idea politica riformatrice del sistema educativo Nazionale. L’esigenza di avere una scuola più vicina agli studenti, alle famiglie e legata sinergicamente al territorio, è stato lo spirito con cui si è intervenuti a modificare il titolo V della nostra Costituzione. Il passaggio da un sistema scolastico centralizzato e Nazionale ad un sistema scolastico autonomo e responsabile è stata l’idea politica per dare l’opportunità al cittadino di scegliere, tra le tante offerte didattiche proposte , il tipo di scuola e di offerta formativa più adeguata. Un’eccellente idea politica che è stata attuata pessimamente, tanto da risultare, per l’indagine annuale OCSE-PISA, un sistema scolastico tra i meno produttivi di Europa. Carenti in modo particolare risultano le valutazioni dell’operato della scuola italiana, che non prevede dispositivi di verifica e conseguente valutazione del lavoro prodotto da una certa istituzione scolastica e l’etica della responsabilità organizzativa - amministrativa dei dirigenti scolastici. Esiste un evidente problema di leadership culturale e didattica, necessaria per la condivisione da parte dei docenti della scuola del progetto educativo e didattico. In un quadro di riforma dell’autonomia scolastica bisogna dare spazio a quelle procedure di accountability in modo da determinarne le azioni professionali dei docenti e il loro comportamento all'interno del sistema scuola. Questo deve avvenire con regole trasparenti, fortemente condivise, auspicabilmente oggettive, al fine di dare ai docenti prospettive di carriera e di valutazione professionale. Poiché la valutazione professionale è una questione delicata e di notevole responsabilità, la procedura che ho appena descritto dovrebbe essere monitorata da una figura ispettiva, che agisce da garante, che deve essere scollegata dalla scuola e dal territorio in cui opera la scuola. La riforma degli Organi Collegali, di prossima discussione nelle aule parlamentari, è una grande occasione di rilancio dell'autonomia scolastica , che in alcun modo deve essere preda degli interessi privati delle imprese del territorio , ma deve interagire , con protocolli d’intesa, culturalmente e paritariamente con le istituzioni sociali , culturali ed economiche del proprio territorio. Per una autonomia scolastica di qualità, la riforma degli organi collegiali deve ispirarsi a principi di democrazia, dove, per esempio, il Collegio dei Docenti deve tornare ad essere centrale nelle decisioni che si riferiscono alla didattica. Il governo deve tornare ad investire sulla scuola e su i suoi docenti, si deve predisporre un organico funzionale libero dal vincolo dell’art.64 delle legge 133/08, si devono regolamentare i doveri e i diritti dei docenti attraverso norme e contratti chiari, semplificati e trasparenti, che trovino l’equilibrio del rispetto dell’autonomia ma anche della Costituzione. Poiché le buone idee riformatrici non camminano mai da sole, c’è un grande bisogno di dialogo, rispetto e buon senso di tutte le parti politiche, che dopo tante delusioni e mortificazioni, adesso hanno la possibilità di fare, una volta tanto, una cosa utile per il futuro dei giovani italiani.