Profumo: 10mila stabilizzazioni quest'anno, Tuttoscuola, 3.4.2012 Circa diecimila assunzioni di precari della scuola nel solo 2012? Il ministro dell'Istruzione, Francesco Profumo, lo ritiene "possibile", almeno sulla carta. Intervenendo a un convegno dedicato al rilancio della cultura in Italia organizzato da Idv, Profumo ha infatti sottolineato che "a fronte di 180.000 insegnanti precari in graduatoria contiamo di poterne inserire circa diecimila", visto che "la capacità di assorbimento del sistema scuola é di alcune migliaia all'anno". A fronte di questi nuovi ingressi, però, c'è chi sarà inevitabilmente chiamato al sacrifico, visto che "bisogna fare un patto tra generazioni e i giovani non possono andare sempre in coda. Serve un canale maggioritario - ha detto ancora il ministro - per dare una risposta a chi é già in graduatoria, ma nella scuola ci sono anche delle materie d'insegnamento scoperte e si puó avviare una fase concorsuale per coprire quei posti". Le aperture del ministro non gli hanno però evitato alcune contestazioni dalla platea, composta anche da rappresentanti degli insegnanti e dei ricercatori, che si sono detti "stanchi" dei continui rimandi e "del clima di incertezza che attanaglia il mondo dell'istruzione da troppi anni". Profumo si è poi soffermato sul tema del titolo di studio che, in alcuni casi, soprattutto nel settore pubblico, "non viene utilizzato in modo corretto. Ci sono, ad esempio, concorsi pubblici per i quali il punteggio assegnato, per lo stesso corso di laurea, da università più o meno generose, vede differenze fino a 17 punti". Il ministro successivamente si è soffermato sui fondi destinati alla ricerca e, premettendo che "in questo momento di risorse aggiuntive non ce ne sono" ritiene che il nostro Paese debba avere maggiore capacità di accedere ai fondi erogati dall'Ue: "Rispetto alla capacità di attingere ai fondi coesione - dichiara - siamo solo al ventisettesimo posto. La grande attenzione verso l'Europa diventa una necessità: il Paese deve imparare a recuperare risorse e a competere secondo le regole dettate da altri".
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