L'intervento

Cicero, il latino sul web

 Pasquale Almirante La Sicilia, 22.4.2012

Si chiama "Cicero latin tutor", il nuovo programma messo a punto da alcuni linguisti e da programmatori per aiutare l'attività didattica dei professori di latino adusi al web e alle sue straordinarie potenzialità. Appoggiato dalla Fondazione Agnelli e dalla Ansas, l'agenzia collegata al Miur, il programma, assai sofisticato ma semplice nell'uso, permette al docente di verificare, il giorno dopo avere assegnato la classica versione di latino, i risulti ottenuti dalla studente che a casa e in tutta tranquillità apre il brano e quindi lavora su una schermata con tre finestre. In una ha il testo latino, al centro lo spazio da riempire con la traduzione e a destra le domande di Cicero: un magister attento che chiede all'allievo prima di districarsi nel labirinto di proposizioni principali e subordinate, soggetti e complementi, l'analisi del testo e solo in una seconda fase sollecita la traduzione, conducendo gli studenti verso la soluzione. Alla fine del lavoro, circa un'ora e mezza a versione, Cicero saluta alla sua maniera: "Gaudeamus, hai finito!". Cicero assegna anche un voto.

Il programma è in effetti una sorta di tutor digitale che supera i limiti degli esercizi interattivi tradizionali (vero/falso o risposta multipla) e verifica la reale consapevolezza delle capacità degli alunni, distogliendoli soprattutto, sia dalla classica telefonata al compagno più bravo, e sia dal copia-incolla tra le migliaia di traduzioni ormai presenti sul web. Un passo avanti enorme nella didattica dell'insegnamento del latino ma che potrebbe essere esteso anche alle lingue straniere.

Gli stessi ideatori del programma dicono fra l'altro che ne stanno preparando uno sulla Commedia di Dante, dove si dovrebbero incontrare sia l'italiano ma anche storia e mito. Chi dunque credeva che i sistemi multimediali fossero di ostacolo all'attività didattica in classe, con la consueta lezione frontale, dovrà ricredersi e rimboccarsi le maniche ad aggiornarsi, anche perché la scuola deve, non solo fare i conti con le innovazioni, ma anche, se è il caso, anticiparle. Chi tuttavia rimane sempre lontano dai suoi impegni istituzionali e non si innova è il ministero che stringe la borsa e chiude gli occhi, come se la scuola fosse spreco di soldi e bonaria elargizione di qualche concetto al popolo.