La scuola primaria boccia gli anticipi

 Tuttoscuola, 23.4.2012

È stato pubblicato nei giorni scorsi (www.istruzione.it) il report sul monitoraggio delle Indicazioni per la scuola primaria, condotto dall’Ansas in collaborazione con la Direzione Generale per gli ordinamenti scolastici del Miur.

Tra i diversi elementi che il monitoraggio ha messo in luce non c’è soltanto l’applicazione prevalente (ma non troppo) delle Indicazioni per il curricolo (Fioroni) rispetto a quelle nazionali (Moratti), di cui Tuttoscuola ha già dato notizia.

Ci sono anche alcuni aspetti critici di questo settore scolastico che, dopo tre anni di attuazione della cura Tremonti-Gelmini, meritano qualche riflessione. Ma ci sono anche valutazioni su altri aspetti strutturali del settore, riformati da anni, ma che, a quanto sembra, non sono ancora stati metabolizzati dal sistema. Come gli anticipi, ad esempio.

Per l’inserimento di alunni nella scuola primaria in anticipo di età il questionario chiedeva alle scuole partecipanti (95% statali e 5% paritarie) di valutare se, in base all’esperienza in atto, la presenza di alunni anticipatari si possa considerare una criticità o una risorsa. Le scuole potevano scegliere all’interno di una scala di intensità valutativa compresa tra – 3 e + 3.

Ebbene, la scuola primaria ha risposto in modo massiccio in termini fortemente critici.

Escludendo le risposte a valore zero, la somma delle risposte negative, infatti, ha raggiunto il 78% contro il 22% di risposte positive.

Nel Nord Est gli anticipi come criticità tocca il 91% delle risposte.

Se si guarda alla natura della scuola (statale o paritaria), la statale non considera gli anticipi una criticità soltanto nel 19% delle risposte, mentre la scuola paritaria li considera positivamente nel 50% dei riscontri forniti.

La preponderante risposta negativa delle scuole primarie statali, massicciamente presenti nell’indagine, pone interrogativi di fondo (e forse una implicita richiesta) al ministro Profumo: ha senso perseverare con gli anticipi? Non è opportuno porre un filtro per l’accesso? È opportuno prevedere una selezione più coraggiosa per il prosieguo del percorso?

Insomma, una specie di commissione di inchiesta sugli anticipi sarebbe fuori luogo?