Reclutamento dei dirigenti scolastici:
mai più questo tipo di concorsi

 dall'ADi, 17.4.2012

Abbiamo seguito con estrema attenzione questo concorso, cercando in tutti i modi di sollecitare modalità che lo rendessero attendibile e trasparente. Non è stato così.

Senza nulla togliere ai colleghi, che con fatica e impegno, stanno arrivando in porto, dobbiamo dire che si è trattato dell’ennesimo reclutamento incapace di valutare competenze e attitudini dirigenziali. Un concorso in cui il buono o il cattivo esito pare troppo spesso affidato alla “ruota della fortuna”.

Non è così che si recluta chi dovrebbe rappresentare uno dei pilastri fondamentali della scuola dell’autonomia.Sentiamo pertanto il dovere di intervenire di nuovo perché concorsi di questo tipo non abbiano più a ripetersi.

Non riprenderemo qui ciò che abbiamo fin dall’inizio ampiamente stigmatizzato, dalle enormi lacune del bando, alla preselezione, all’impostazione delle prove scritte, alla prova orale, alla costituzione delle commissioni.

Ci soffermeremo su dati nuovi emersi dopo gli scritti, in particolare sui criteri di valutazione e su alcuni dati statistici.


I criteri di valutazione

Era evidente che in un concorso nazionale, di cui è stata solo parzialmente decentrata la gestione, i criteri di valutazione avrebbero dovuto essere uniformi per tutte le regioni ed esposti nel bando. Così non è stato ed è ora molto istruttivo leggerli e constatare l’abisso tra le varie commissioni. In diversi casi si ha la sensazione che siano stati adottati più come “atto dovuto” che come strumento di correzione e valutazione.

Ci siamo assunti l’onere di raccogliere i criteri di valutazione predisposti da tutte le singole commissioni.

Ne mancano all’appello tre, Sardegna, Calabria e Piemonte, che a tutt’oggi non li hanno pubblicati, nonostante le ultime due regioni abbiano già esposto i risultati degli scritti.

I criteri di valutazione raccolti presentano un’ampia gamma di tipologie, da quelli più sofisticati, con l’indicazione degli indicatori e delle scale dei punteggi, come quelli della Puglia ( a cui si sono ispirate le commissioni dell’Abruzzo e della Sicilia), fino a quelli assolutamente generici, discrezionali, non comparabili, e anche indifferenziati per le due prove, di alcune altre regioni.

Un altro elemento interessante è costituito dalle date di pubblicazione dei criteri di valutazione, che spaziano da gennaio ad aprile, il che può significare che i criteri sono stati approntati più, come si diceva, per atto dovuto che come strumento per la correzione e la valutazione delle prove.

D’altra parte, diciamolo francamente, avendo centinaia di temi da correggere ciascuno di 8 o 10 pagine, che criteri volete mai che segua la commissione, è già molto se ciascun elaborato viene letto integralmente!

Infine, mentre i due elaborati avrebbero dovuto essere corretti contestualmente, alcune commissioni hanno corretto prima tutte le prime prove, e solo successivamente tutte le seconde prove. Alcune commissioni avevano addirittura annunciato in sede di scritti che, poiché è richiesto che entrambe le prove siano sufficienti, se la prima non lo fosse stato non avrebbero proceduto alla correzione della seconda. Il che viola palesemente le norme. Vogliamo augurarci che così non sia stato.

Criteri di valutazione delle prove scritte e date di pubblicazione
(cliccare sulla regione)

 

Regione

DATA

 

Regione

DATA

 

Regione

DATA

 

 

Abruzzo

25/01/2012

 

Lazio

16/02/2012

 

Puglia

18/01/2012

 

 

Basilicata

23/03/2012

 

Liguria

26/01/2012

 

Sardegna

Non pubblicato

 

 

Calabria

Non pubblicato

 

Lombardia

12/03/2012

 

Sicilia

08/02/2012

 

 

Campania

05/04/2012

 

Marche

14/02/2012

 

Toscana

16/02/2012

 

 

Emilia Romagna

01/02/2012

 

Molise

29/03/2012

 

Umbria

16/03/2012

 

 

Friuli Venezia Giulia

11/04/2012

 

Piemonte

Non pubblicato

 

Veneto

 


Un po’ di dati statistici

Anche le percentuali degli ammessi all’orale sono molto diverse da una regione all’altra , dalla strage del Molise (18% di ammessi), alle cifre estremamente basse delle Marche (27%) e del Friuli (31%), dove il numero degli ammessi all’orale (38) è inferiore al numero dei posti (46), fino a percentuali superiori al 40% in Piemonte (48%), Calabria (42%) e Basilicata (43%). Verificheremo alla fine l’andamento complessivo, quando tutti i risultati saranno stati pubblicati, ma discrepanze simili non appaiono in alcuni casi obiettivamente fondate.

 

 

REGIONE

PARTECIPANTI PRESELEZIONE

AMMESSI SCRITTI

AMMESSI ORALI

IDONEI

POSTI DA BANDO

Abruzzo

999

315

 

 

68

Basilicata

565

149

63 (43%)

 

42

Calabria

1854

452

193 (42%)

 

108

Campania

5539

1484

 

 

224

Emilia Romagna

1726

492

 

 

153

Friuli Venezia Giulia

404

122

38 (31%)

 

46

Lazio

3784

925

 

 

215

Liguria

616

225

 

 

72

Lombardia

3195

969

 

 

355

Marche

765

220

59 (27%)

 

53

Molise

259

60

11 (18%)

 

16

Piemonte

1557

461

224 (48%)

 

172

Puglia

3528

895

 

 

236

Sardegna

969

261

 

 

87

Sicilia

3946

971

 

 

237

Toscana

1675

440

 

 

112

Umbria

526

148

51 (34%)

 

35

Veneto

1894

523

 

 


 

E dopo i dimensionamenti, quanti posti rimangono vacanti e disponibili?

Infine su tutto pesa l’esito dei dimensionamenti da poco conclusi che hanno causato, specialmente nelle regioni del Sud, un pesante taglio dei posti di dirigenza e non solo, al punto che in alcune situazioni pare vanificata la necessità di questo concorso.

Una cosa è ormai certa, i 2386 posti messi a concorso nel bando si sono drasticamente ridotti. E’ la tipica “attendibilissima” programmazione all’italiana …
 

Fondamentale avviare, come in Francia, una verifica interna ed esterna di questo concorso.

Se si vuole migliorare e cambiare registro è opportuno guardare cosa avviene altrove e in primo luogo avviare un’accurata verifica di questo concorso, come si fa regolarmente in Francia.

Occorre rilevare tutte le criticità e sulla base di dati certi cambiare le cose in modo fondato e pertinente.