Profumo difende il rincaro
delle tasse universitarie:
solo un caffè al giorno

di Alessandro Giuliani La Tecnica della Scuola, 2.8.2012

Il ministro dice che non è vero che per i fuoricorso è in arrivo una stangata: per la maggior parte l'aumento sarà proporzionale al reddito. E comunque ad essere colpiti sarà che è immotivatamente in ritardo sul piano di studi. Chi studia e lavora pagarà un aumento minimo. Ma studenti e opposizione non sembrano d'accordo.

Il ministro dell'Istruzione, Università e Ricerca, Francesco Profumo, interviene sui rincari di tasse universitarie e difende in pieno la “stretta” che il Governo ha assunto attraverso il decreto legge 95/ 2012 sulla spending review: intervenendo il 2 agosto al programma di Radio 1 Rai 'Prima di tutto', Profumo ha detto che "non è vero che per gli studenti fuoricorso è in arrivo una stangata. Per la maggior parte di loro l'aumento delle tasse universitarie sarà proporzionale al reddito. Nel 90% dei casi si parla di un incremento pari al costo di un caffè al giorno".

Che comunque, aggiungiamo noi, si tratta pur sempre di 300 euro l’anno. Che per un giovane studente appartenente ad una famiglia media italiana non sono poi così irrisorie. Per quelli meno abbienti, invece, nella stessa spending review è stato introdotto una norma che evita gli aumenti.: in particolare, per chi appartiene ad un nucleo familiare che non supera i 40mila euro, l'incremento annuo di tasse non potrà superare il tasso d'inflazione.

La penalizzazione economica, secondo Profumo, arriverà comunque soprattutto per quei giovani che prendono l’università con troppa leggerezza e non svolgono altre attività.

"Ad essere colpiti – ha sottolineato il ministro dell’Istruzione - saranno gli studenti immotivatamente in ritardo sul piano di studi. Chi studia e lavora potrà indicare come ripartire il tempo dedicato alle due cose e pagare un aumento minimo".

Profumo ha concluso il suo intervento spiegando la filosofia del provvedimento: "I cittadini devono imparare dalla scuola, ci sono tempi che devono essere rispettati. I costi del paese per il non fare o per il ritardo nel fare sono enormi e hanno influito sul nostro debito in modo rilevante".

Il messaggio è chiaro. Gli studenti, però, hanno già annunciato una dura battaglia. E anche l'opposizione politica non sembra fare sconti. Insomma, si prevede l’ennesimo autunno di proteste e di manifestazioni di piazza.