Giovani laureati vs precari
storici? Lo sostiene Marcella Raiola, del Coordinamento Precari Scuola di Napoli. Curriculum invidiabile, Raiola ironizza: "Se facessi il concorso potrei essere esaminati da docenti più giovani di me e magari con meno titoli culturali". C'è il rischio che spariscano le GAE. di Reginaldo Palermo La Tecnica della Scuola, 26.8.2012 L’annuncio di prossimi concorsi fatto dal ministro Profumo sta già scatenando reazioni e proteste nel mondo dei precari della scuola. Ad una delle leader del movimento Marcella Raiola, abbiamo rivolto alcune domande.
Per la cronaca, la professoressa Raiola è insegnante di latino e
greco nel liceo classico ed ha un curriculum di tutto rispetto
(specializzazioni, un dottorato di ricerca, pubblicazioni di
filologia e diritto romano per non parlare di collaborazioni con
l’Università). Curriculum che, spesso, non hanno neppure docenti di
ruolo al termine della loro carriera.
La contrapposizione giovani/anziani è speciosa. I meccanismi di
ricambio della scuola sono stati bloccati dalla L. 449/97, che
condiziona le assunzioni dei docenti al parere favorevole del MEF,
come se l’istruzione fosse un qualunque “comparto produttivo” e non
una funzione cardinale della Repubblica, nonché dal proliferare di
procedure di abilitazione “parallele” a quelle ufficiali e più
“soft” (le cd. “riservate”), volte a garantire il passaggio alla
statale di laureati sfruttati per anni dalle private e parificate,
per lo più confessionali, che assumono su base clientelare. Marcella Raiola
Il timore è più che fondato, perché storicamente i concorsi hanno
sempre “azzerato” le graduatorie formatesi a partire dai concorsi
precedenti. Ho colleghe della primaria che hanno superato il
concorso dell’89 (a posti zero!), quello del ’94 e quello del ’99,
ogni volta ricominciando daccapo! Inoltre, il concorso annunciato da
Profumo, giustificato con l’offensivo e demagogico refrain del
“merito” (che sarebbe appannaggio dei soli “giovani”!), ha lo scopo
precipuo di costituire un valido alibi per non assumere i 200.000
precari in attesa di stabilizzazione da anni. Se a ciò si aggiunge
la “chiamata diretta” da parte dei presidi-manager, approdo
“naturale” del DDL 953 (ex Legge Aprea) in discussione presso la VII
Commissione Cultura della Camera, il “cerchio” deduttivo ed
operativo si chiude facilmente! Marcella Raiola
Il “nodo” è proprio quello del reclutamento, infatti! Ed è proprio
in un’ottica di serietà che non capisco come si possa riproporre il
concorso-lotteria, con le sue notorie derive clientelari e
nepotistiche, coi suoi altissimi costi (Profumo mente: come si può
indire un concorso “a costo zero”?) e con patetiche “innovazioni”
quali la simulazione di lezione, ridicole per chi insegna da un
decennio e più (le lezioni non sono serializzabili! Su uno stesso
argomento si possono tenere centinaia di lezioni diverse,
considerando diversi fattori e variabili!) e assurde per chi non ha
mai messo piede in classe! I precari hanno proposto, in piattaforme
consultabili sui siti e sulle pagine Fb e poi anche al Capo II di un
progetto di legge organico, appoggiato, oggi, solo dall’IDV, un
modello funzionale e rigoroso di formazione “olistica” e permanente
del futuro docente e del docente in carriera. La specificità della
scuola rifugge dal “modello-Marchionne” che, anzi, applicato
all’ambito della conoscenza, produce effetti regressivi. Da quando è
invalsa l’autonomia finanziaria, infatti, i livelli di preparazione
degli “studenti-clienti” si sono drammaticamente abbassati. La
scuola non decade perché è “di massa” (non sarebbe “scuola”, se non
lo fosse!), o perché i docenti sono decrepiti e impreparati, ma
perché è stata ridotta a un supermarket, mentre i docenti sono stati
esautorati e vilipesi. Marcella Raiola Con un parolone da paleoumanista definirei “anfibologica”, più che critica, la posizione della FLC-CGIL, che appare in affanno e spaccata. Finge di protestare, indìce scioperi tardivi e inefficaci e intanto sottoscrive ogni indegnità, come la “riconversione” dei docenti “in esubero” imposta dalla spending review! Sono francamente stanca di giochi “al ribasso” e di chi, come i deputati del PD o gli esponenti della CGIL, continua a dire a docenti condannati a un eterno precariato che “ha arginato i danni” e che dobbiamo “essere grati” per il fatto che ci venga concessa qualche briciola in cambio della dignità, della libertà di insegnamento (che la Legge Aprea ci toglie definitivamente!) e di inalienabili diritti (gli scatti stipendiali, per esempio, tolti agli immessi in ruolo l’anno scorso!) Ci fanno sentire “massimalisti” perché chiediamo il minimo; plaudono a mezza voce ad un concorso illegittimo; ci dicono che dobbiamo ringraziarli perché invece della fucilazione hanno ottenuto che ci taglino “solo” gambe e braccia… Basta! Come ho scritto in un recente contributo, i precari vogliono il pane e anche le rose! |