“Quota 96”: quali conseguenze
dopo i provvedimenti del giudice
del lavoro di Venezia?
di Pasquale Almirante La
Tecnica della Scuola, 21.8.2012
Come abbiamo riportato, il
giudice del lavoro di Venezia (e prima anche di
Oristano) ha accolto la richiesta del comitato “Quota 96”,
ordinando il pensionamento di circa 50 ricorrenti con decorrenza dal
1 settembre 2012. Che potrebbe succedere ora? L’abbiamo chiesto
all’avvocato Domenico Naso che sta patrocinando le cause del
comitato.
Tutto ebbe
origine, possiamo dire, con la legge Fornero sulle pensioni del
novembre scorso, la quale stabilì che i benefici della vecchia legge
legati alle quote, età anagrafica più età contributiva, per il
pubblico impiego erano validi fino al 31 dicembre 2011, non tenendo
conto volutamente, viste le tante interpellanze parlamentari e gli
interventi in commissione cultura e bilancio da parte soprattutto
delle parlamentari Ghizzoni e Bastico, della specificità della
scuola che ha da sempre usufruito di una sola finestra di uscita in
coincidenza con la fine dell’anno scolastico. Una legge estremamente
punitiva perché sposta improvvisamente di ben 4 anni l’uscita di
quel personale della scuola, che stava invece per maturare il
diritto proprio al 31 agosto, e che non tiene nemmeno conto che
l’insegnamento ha bisogno serenità e certezze, visto i delicati
compiti che deve svolgere ogni giorno.
Di fronte alla evidente ingiustizia, non solo si costituisce
spontaneamente il comitato civico “Quota 96” per chiedere il diritto
alla pensione e ai benefici delle quote, ma anche tutti i sindacati
rappresentativi della scuola, consapevoli della intransigenza della
riforma, mettono a disposizione i propri uffici legali per adire le
strade della giustizia amministrativa.
Il primo atto è l’istanza presentata al Tar del Lazio che però
rimanda tutta la materia al giudice del lavoro delle varie
circoscrizioni italiane. Se per un verso l’avvocato dei ricorrenti
accetta la sentenza, dall’altro si rivolge al Consiglio di stato
contro quanto stabilito dal Tar.
E in attesa di questa ulteriore pronunciamento abbiamo chiesto
all’avvocato Domenico Naso cosa potrebbe succedere a questo punto
dopo le sentenze favorevoli ai ricorrenti da parte dei giudici del
lavoro di Oristano, Venezia e Torino.
D: Le sentenze dei giudici del lavoro di Oristano e Venezia
sono state chiare. Più ambigue quelle di Milano e Roma. Di rilievo
quella del
giudice di Torino. Ci spiega in sintesi
le varie sentenze e il loro rilievo giuridico?
R:Vorrei precisare preliminarmente che non si trattano
di sentenze, ma di provvedimenti cautelari: Ordinanza e decreto per
il Tribunale di Oristano. Difatti, in questa fase abbiamo attivato
dei provvedimenti d'urgenza al fine di ottenere dei provvedimenti
che avessero degli effetti immediati prima dell'inizio del prossimo
anno scolastico.
Milano e Roma, ritengo abbiamo preso una decisione di incompetenza
funzionale rinviando alla Corte dei Conti, su l'errato presupposto
che la domanda fosse diretta unicamente ad ottenere l'immediato
collocamento a riposo, senza valutare la portata complessiva
dell'impugnativa degli atti e delle circolari proposte e senza
valutare il recente orientamento della Cassazione a Sezioni Unite
così come ha fatto il Tribunale di Torino.
L'aspetto importante dei provvedimenti pronunciati dal Tribunale di
Oristano, di Venezia e di Torino è la valenza sul piano strettamente
giuridico della normativa speciale applicata al personale della
scuola che non risulta abrogata o modificata dall'introduzione
dell'art. 24 della riforma Fornero.
E' chiaramente specificato che il limite temporale è l'anno
scolastico e non l'anno solare così come avviene nel pubblico
impiego.
Proprio per la forza di tale normativa sono certo che anche il
Tribunale di Roma e quello di Milano quando dovranno affrontare nel
merito la questione avranno modo di rivalutare le decisioni assunte
in via sommaria e d'urgenza ed orientarsi nella direzione già
tracciata dagli altri Tribunali.
D:Può capitare che gli insegnanti di Venezia e di Oristano
vadano in pensione e gli altri no? Almeno quelli delle
circoscrizioni che hanno avuto esito negativo o attendista e quelli
che ancora aspettano?
R: Si è possibile ed è una soluzione che avevamo già preso in
considerazione quando è stato avviato il contenzioso presso tutti i
tribunali d'Italia. Ma l'aspetto importante non è chi per primo
potrà andare in pensione, ma l'affermazione di un diritto che possa
consentire a tutti i ricorrenti nel corso del prossimo anno
scolastico 2012/2013 di raggiungere lo stesso risultato.
D:E se ciò capitasse, come possono tutelarsi coloro che
hanno ottenuto sentenze non favorevoli?
R:Come Le dicevo siano in una fase cautelare e d'urgenza le fasi
di merito verranno discusse nei prossimi mesi con l'avvio
dell'attività Ordinaria dei Tribunali e sono certo che discutendo in
modo più approfondito la normativa ogni tribunale non potrà che
riconoscere il giusto diritto dei ricorrenti.
Va, evidenziato, che oltre i Tribunali del Lavoro dovrà pronunciarsi
anche il Consiglio di Stato avendo proposto appello avverso la
sentenza del Tar Lazio, che considero errata sulla base di quanto
previsto dal nostro ordinamento giuridico che riconosce al Giudice
amministrativo la possibilità di annullare quegli atti
amministrativi viziati ed in contrasto con la normativa di rango
primario.
D: Di fronte a queste che più comunemente chiamiamo
“sentenze”, non dovrebbe la politica prenderne atto e lasciare al
personale della scuola che matura i diritti al 31 agosto la libertà
di uscire dal lavoro.
R:Francamente, è una domanda alla quale non sono in grado di
dare una risposta, posso dire che una proposta di modifica è stata
più volte discussa in Parlamento, ma la volontà politica del
Parlamento si è arresa innanzi alla indisponibilità del Governo nel
trovare la necessaria copertura finanziaria.
D: Sappiamo che anche tutti sindacati rappresentativi della
scuola stanno facendo similari ricorsi ai giudici del lavoro: sa
qualcosa di queste sentenze?
R:Legalmente seguo la UIL Scuola, con la quale abbiamo deciso di
avviare a settembre tutti i ricorsi presso i diversi Tribunali del
Lavoro al fine di tutelare tutti gli iscritti. La UIL Scuola ha dal
primo momento condiviso questa battaglia di legalità e condiviso
tutte le iniziative anche presentando un ricorso al Tar per quasi
3.000 iscritti al sindacato.
D:Cosa si potrebbe fare e cosa succederebbe se la
maggioranza dei giudici del lavoro desse ragione ai ricorrenti? O
viceversa naturalmente.
R:Le posso confermare la
necessità di proseguire le azioni legali in tutti i gradi di
giudizio, al fine di tutelare un diritto dei lavoratori della scuola
codificato da numerose norme e che nelle diverse riforme
pensionistiche è sempre stato tutelato anche in danno dello stesso
personale della scuola che è perfettamente a conoscenza che
nonostante possa raggiungere il diritto a pensione in un periodo
precedente deve sempre ed in ogni caso attendere la conclusione di
ogni anno scolastico al fine di esercitare il proprio diritto.
Invito, pertanto, tutto il personale della scuola ad esercitare i
propri diritti proponendo il ricorso.