Il TFA e le ‘caritatevoli’ pezze apposte dal Miur

Francesco Coniglione da ROARS, 11.8.2012

In un precedente articolo avevamo evidenziato come i quesiti del Tirocinio Formativo Attivo – il corso annuale organizzato dalle università che dovrebbe concedere l’abilitazione per l’insegnamento nelle varie classi di concorso delle scuole, per la modesta cifra di iscrizione di 2.800 euro – fossero stati mal concepiti e come avessero portato in alcune classi concorsuali ad una vera e propria falcidia di concorrenti. Facevamo l’esempio della classe A036 (Filosofia, psicologia e scienze dell’educazione), per la quale solo il 3,48% di coloro che hanno sostenuto la prova (formata da 70 quesiti a risposta multipla) erano stati ammessi. A questa si poteva anche aggiungere anche la classe A246 (Lingua francese) per la quale lo sterminio di aspiranti professori era stato ancora più consistente: solo il 2,94% infatti gli ammessi; o la classe A050 (Materie letterarie negli istituti di istruzione secondaria di II grado), con il 6,27% degli ammessi.

Stavamo cercando di avere un quadro completo della situazione prendendo in esame le classi di concorso e le discipline più significative, in modo da trarne qualche ammaestramento più generale, che non fosse solo la acclarata incompetenza degli esperti ministeriali, e che prendesse in esame anche alcune peculiarità della distribuzione degli ammessi nelle varie parti d’Italia e tra le varie discipline (e ci ripromettiamo di farlo in futuro, quando avremo completato il conteggio). Tuttavia improvvisamente il sito del Cineca, dove sono pubblicati i risultati, esibisce un avviso: “A seguito della verifica effettuata dalla Commissione ministeriale, stiamo aggiornando i risultati”. Che mai sarà accaduto? Qualche tempo più tardi i risultati vengono di nuovo pubblicati e ad una rapida verifica le percentuali degli ammessi sono tutte cambiate, schizzando verso l’alto. Un esempio per tutti: mentre prima nella classe A036 a Catania erano stati ammessi solo in due, ora gli ammessi risultano ben 29 e così la percentuale schizza dallo 0,74 al 10,74%. E lo stesso si ripete per tutte le altre sedi e più o meno per tutte le altre classi di concorso. (I nuovi valori saranno da noi forniti non appena avremo fatto il riconteggio).

Cosa sarà mai accaduto? La risposta è semplice e sta tutta scritta nella avvertenza che viene posta nella pagina di pubblicazione dei risultati di ciascuna classe: si comunica che un certo numero di risposte a tot domande sono da considerare corrette. Nulla di strano, si direbbe: anche precedentemente, con i vecchi risultati, questo era accaduto. Ma il fatto è che ora il numero di risposte da ritenere comunque corrette – e quindi di quesiti formulati in maniera errata o equivoca o incompleta da parte degli esperti del Ministero – è incredibilmente alto. Come si evince dalla tabella allegata, si va da 25 domande su 60, cioè il 41,67% di quesiti errati, a un minimo di 4, con una media superiore al 18%. Insomma non v’è una classe di concorso in cui gli esperti del Miur abbiano saputo formulare tutti i quesiti in modo corretto!

Recentemente il Ministro Profumo, di fronte alla “tragicomica serie di errori” (come scrive La Stampa del 6/8/12), ha ammesso i problemi e ha chiesto scusa, facendo intravedere future modifiche nelle modalità di somministrazione dei test che, stando alle anticipazioni date dal suddetto giornale, sembrano peggiori del male. In fin dei conti le prove non erano mal concepite: bastava semplicemente far redigere i quesiti a persone con un minimo di competenza e che avessero il polso dei curricula e degli insegnamenti impartiti nelle università. E che non copiassero da internet e da Wikipedia: da un controllo a caso, infatti, abbiamo constatato come alcuni dei quesiti della classe A036 non fossero altro che il copia e incolla della corrispondente voce su Wikipedia. Ad es., su quest’ultima è scritto: «Si sa che fu seguace di Zenone di Cizio e dello stoicismo dal quale però in parte si distaccò per fondare una propria scuola (detta degli Aristonei) nel Cinosarge». Il quesito recita: «Quale filosofo, prima seguace di Zenone di Cizio, si distaccò in seguito dallo stoicismo per fondare una scuola propria nel Cinosarge?». Una singolare coincidenza di espressioni! Sarebbe interessante effettuare tale controllo su tutte le altre domande delle altre classi di concorso.

Ma ancora più interessante è il fatto che non sempre i quesiti sono tecnicamente errati, ma solo a trabocchetto o con lievi imperfezioni lessicali. Per tornare all’esempio sopra citato, il zelante redattore di quesiti, colto dal sacrosanto furore di colpire gli ignoranti ed impedire loro di calcare i sacri suoli delle patrie aule, ha pensato bene di mettere come possibili risposte Aristone di Ceo e Aristone di Chio, in modo da ingarbugliare l’incauto candidato (e difatti sempre Wikipedia avverte di non confondere i due). O possiamo menzionare altri casi in cui l’errore consiste solo in qualche imperfezione lessicale, che non inficia per nulla l’individuazione della corretta risposta (come quando ad es. il titolo dell’opera della Montessori viene dato come “Metodo della pedagogia scientifica applicata all’educazione infantile nella casa dei bambini”, piuttosto che “nelle case” come riportato dalla Treccani). Non abbiamo avuto il tempo di estendere questo controllo a tappeto, ma per il campo di nostra competenza, questo stesso meccanismo è stato più volte constatato.

Ecco allora che ci viene il sospetto di quale possa essere stata l’alzata di ingegno del Ministro e dei suoi consiglieri: visto l’esito disastroso delle prove e le lamentele e gli sberleffi unanimamente levatisi nella stampa nazionale, si è pensato bene di nominare una Commissione per valutare l’entità degli errori, in modo da fare uno screening severo e puntiglioso dei quesiti, così da dichiararne un bel numero errati, anche al costo di un eccesso di zelo, e di conseguenza alzare drasticamente il numero degli ammessi. Operazione che è stata felicemente portata a termine nel pomeriggio del 10 agosto. E così sono tutti felici e contenti. Insomma le ipotesi sono due: o gli esperti ministeriali sono degli asini calzati e vestiti, visto l’alto numero di quesiti errati; oppure si è voluto usare un criterio assai selettivo nel giudicare la erroneità dei quesiti, in modo da allargare le maglie degli ammessi e così far sbollire ed attenuare le proteste e prevenire gli eventuali e prevedibili ricorsi. In ogni caso una gran bella brutta figura.

Al Ministero (ci informa sempre La Stampa) sostengono di aver ereditato dalla Gestione Gelmini un team di esperti blindato, che evidentemente è stato scelto utilizzando il principio filosofico del “simile conosce il simile”. E così da un ministro come la Gelmini non ci si sarebbe potuti aspettare di più in termini di competenza e preparazione. Tempo fa la Gelmini ridicolizzò pubblicamente in una trasmissione televisiva dei ricercatori di biologia animale che a suo avviso sprecavano il pubblico denaro effettuando una ricerca (finanziata dal Prin con qualche migliaio di euro) sugli Asini dell’Amiata; e a dire il vero non aveva tutti i torti: forse i soldi sarebbero stati meglio spesi se costoro avessero indagato sugli asini del Miur. Ma, date queste premesse, Profumo è proprio intenzionato a calcare le orme della Gelmini e dei suoi raglianti esperti? A quanto pare sinora lo ha fatto; e con queste avvisaglie immaginate le catastrofi che saranno fatte con il ben più complesso meccanismo delle abilitazioni e del VQR? Nuvole oscure e cataclismi si annunciano per la sinistrata università italiana.

Aggiornamento (12/08/12, h. 9.25). Ringrazio il lettore Cuccannietti che mi ha fatto notare come il numero dei quesiti sia 60 e non 70. Nella fretta di scrivere l’articolo, ricordavo male. E così la dimensione del disastro diventa ancora più evidente: si arriva (vedi la tabella ora corretta) al 41,67% di quesiti errati!