Importanti novità

dal blog di Marco Rossi Doria, 30.8.2012

Il Consiglio dei Ministri del 24 Agosto ha approvato il decreto di regolamento del Sistema Nazionale di Valutazione (SNV) e ha dato il via libera ai nuovi concorsi per il reclutamento dei docenti. Attorno a entrambe le tematiche ferve il dibattito e sento di dover contribuire con qualche pensiero.

Ritengo che dotare il nostro sistema-scuola, dopo 15 anni di parole e sperimentazioni, di metodi e strutture permanenti di valutazione sia cosa indispensabile per poter analizzare punti di debolezza, punti di forza e impatto delle scelte centrali e periferiche sugli apprendimenti dei ragazzi. E’ un passo che l’Europa ci chiede da tempo, perché garantisce alla nostra scuola di potersi confrontare- che non significa necessariamente o soltanto competere- con altri sistemi di altri paesi.

Mi rende particolarmente felice che nel decreto sia presente la parola “Autovalutazione”: non solo test standardizzati, quindi. Anche e soprattutto responsabilità degli insegnanti, trattati come conviene e cioè da professionisti riflessivi capaci di valutare il proprio lavoro. Quella cosa che già in migliaia applicano ogni giorno insieme alla ricerca, nel proprio lavoro quotidiano in classe e con i colleghi. Curiosità, voglia di sperimentare, di confrontare metodi diversi, di riflettere in modo cooperativo e collegiale sull’andamento e sui risultati. E’ questa la famosa cultura della valutazione di cui si è discusso ultimamente anche su questo blog.

Secondo punto, il reclutamento. Noi ereditiamo una situazione tremenda e intricatissima, frutto di molti anni in cui si è implementato il precariato attraverso il sistema delle graduatorie. Causando danni gravissimi alla scuola, agli studenti e a migliaia di persone intrappolate nei contratti a termine per anni, persino per decenni. Il Ministro Profumo ha voluto fare un primo passo, particolarmente significativo dato il momento di pesante difficoltà finanziaria del Paese. Mentre quest’anno - come negli ultimi anni - i posti liberati dal turn over sono stati coperti al 100% prendendo i docenti dalle graduatorie, dal prossimo anno decidiamo di tornare alla Costituzione, che prevede il concorso pubblico, e alla legge (n. 124/99) che prevede il 50% dei posti a chi sta nelle graduatorie e l’altro 50% attraverso il concorso. Metà dei posti disponibili, dunque, verranno banditi in una gara concorsuale aperta a tutti gli abilitati all’insegnamento.
L’altra metà dei posti, invece, continuerà a essere coperta attraverso lo scorrimento delle graduatorie. Anche i docenti precari, dunque, potranno partecipare al concorso. Se non vogliamo rassegnarci a parlare di una “generazione perduta”, dobbiamo tutelare coloro che in questi anni hanno insegnato e che aspettano da troppo tempo la stabilizzazione. Ma se vogliamo scongiurare il rischio di ritrovarci con più “generazioni perdute”, dobbiamo tenere insieme a queste potenti ragioni anche la speranza di chi, abilitato di recente o nel prossimo futuro, desidera insegnare. L’esperienza a scuola conta. Ma conta tanto anche la mescolanza di esperienze e generazioni diverse. Conta anche l’energia e l’entusiasmo di chi entra in classe per la prima volta.

Non è un sistema perfetto, ma è una scelta importante, che indirizza il sistema verso l’esaurimento delle graduatorie e verso concorsi regolari ogni due anni. Concorsi in cui si vince oppure si perde. Senza code, con possibilità di riprovarci, perché torna la stagione dei concorsi frequenti.

Ora tutto il nostro sforzo si concentra sulla costruzione di prove rigorose e ben fatte, capaci di valutare non soltanto la preparazione nelle discipline, ma anche la capacità didattica e pedagogica dei candidati. Cose normali, insomma. Che troppe volte e per troppo tempo sono sembrate a tutti noi impossibili o straordinarie.