Il caso degli europei che Sono circa 73 milioni di cittadini europei Giuseppe Sarcina Il Corriere della Sera, 27.8.2012 BRUXELLES — Un adulto su sette legge a fatica. Sillaba le parole, a stento collega le frasi, quasi mai capisce il senso di un testo semplice. Sono circa 73 milioni di cittadini europei (su una popolazione totale di 495 milioni). Una cifra inaspettata, per certi versi clamorosa nell'Unione europea che quest'anno ha giustamente celebrato i 25 anni di Erasmus, lo scambio di studenti tra le Università europee. La Commissaria Androulla Vassiliou (Educazione, cultura, multilinguismo e gioventù) sta aspettando le conclusioni di gruppo di studio. Il 6 settembre, a Bruxelles, presenterà un piano di contromisure. È certamente un problema economico, perché queste persone con poche o alcuna capacità troveranno meno spazio nel mondo del lavoro. Oggi, in Europa, gli impieghi sotto qualificati sono pari al 20% del totale. Entro il 2020 scenderanno al 15% e la percentuale continuerà a diminuire. Ma è chiaro che chi (di fatto) non sa più leggere ha zero possibilità di migliorare la propria condizione. Gli altri corrono, loro sono fermi: una distanza che rischia di portare alla marginalità sociale. Il fenomeno è trasversale ai diversi Paesi, anche se è difficile misurarlo con precisione. Eurostat, l'istituto statistico della Commissione, assume come parametro la quota di persone, comprese nell'età tra 25 e 64 anni, che non ha neanche completato il ciclo scolastico secondario inferiore (in Italia le scuole medie). Il Portogallo lascia interdetti con una percentuale del 50%; la Grecia è intorno al 22%; la Spagna al 20%; Francia e Italia tra il 10 e l'11%. Nella colonna positiva, con cifre quasi vicine allo zero, troviamo Repubblica Ceca, Danimarca, Lettonia, Austria, Polonia. La Germania? Intorno al 2% e l'altro Paese sempre citato come modello, la Finlandia, supera l'8%. Dentro questi numeri ci sono gli effetti dell'immigrazione, ma anche dalla scarsa diffusione dei programmi di «formazione permanente», in molti casi, evidentemente, rimasti solo degli slogan. La Commissione vuole intervenire anche alla base della piramide, quando i cittadini europei sono ancora, o dovrebbero essere, sui banchi di scuola. Anche qui i dati sono pesanti: scorporando i risultati dei test Pisa (i test internazionali sull'apprendimento degli studenti) si scopre che in Europa un quindicenne su cinque rivela «gravi» difficoltà con la lettura (le ragazze vanno meglio dei coetanei). Questo 20% è vicino al 18% degli Stati Uniti, ma lontanissimo dal 10% del Canada e dal 6% della Corea. |