Tra tanti docenti”anziani” nasce
di L.F. La Tecnica della Scuola, 6.8.2012 Questi 191 milioni di euro, nell’ambito della programmazione delle risorse del Fondo Sviluppo e Coesione, sono stati ripartiti in sei regioni Il processo di digitalizzazione obbligatorio, con il pensiero di avere giornalmente a scuola un tablet o un netbook con una piattaforma online, genera in molti docenti un sentimento “digital sciettico”. Mentre il Miur procede a tappe forzate nel progetto di “dematerializzazione” , che prevede, dal prossimo anno scolastico, la digitalizzazione di tutte le pratiche scolastiche che fino ad ora hanno richiesto l’utilizzo del materiale cartaceo, anche le singole scuole si stanno attrezzando per essere pronte ad affrontare questo processo di digitalizzazione. Si tratta di attivare servizi come quelli delle pagelle e delle iscrizioni scolastiche online, queste ultime già possibili per mezzo del progetto “la scuola in chiaro”, ma fino ad ora opzionali, nel senso che si poteva optare per la procedura con la compilazione dei moduli cartacei e i registri elettronici. Il processo di digitalizzazione delle pratiche scolastiche è già iniziato e pensiamo che sia irreversibile. Infatti ricordiamo, che nell’ ultimo esame di Stato del II ciclo, è stata adottata la trasmissione via plico telematico delle prove d’esame, che è avvenuta con pieno successo ed ha contribuito ad un risparmio di 240mila euro. Un altro componente digitale che è stato utile ed ha funzionato è il nuovo software applicativo “Commissione Web” di supporto alle Commissioni esaminatrici dell’ultimo esame di Stato. Tuttavia l’annuncio del processo obbligatorio di digitalizzazione delle pratiche scolastiche, il pensiero di dovere il contatto quotidiano con un tablet o con un netbook o con una piattaforma online genera da parte di molti docenti un sentimento “digital sciettico”. Molti docenti, soprattutto quelli più anziani, non hanno alcuna dimestichezza con le nuove tecnologie, non hanno abilità nell’uso dei nuovi strumenti di comunicazione e con uno smartphone o con iphone tra le mani rischierebbero di fare brutta figura davanti ai propri studenti. Quindi sono del tutto comprensibili i timori e le paure di quei docenti che soffrono della sindrome tecnofobica ed hanno un’avversione innata nei confronti delle nuove tecnologie. Si spera che queste paure e questo scetticismo vengano superati, nello stesso modo con cui si passò dall’utilizzo della penna con il calamaio alla penna sfera e alla macchina da scrivere o all’introduzione della lezione audio visiva di supporto a quella frontale. |