In crisi l’istituto dei concorsi? Chissà? di Pasquale Almirante La Tecnica della Scuola, 17.8.2012 L’istituto dei concorsi è dunque in crisi. Una breve sguardo su ciò che è successo ogni qual volta si è messo in moto questo meccanismo e si vede che delle valanghe sono rovinate a valle, lasciando malcontento,dubbi, e una scia fredda di ricorsi, tanti ricorsi tra i partecipanti e contro i maghi merlino incaricati dal ministero per la bisogna. Conclusosi con strascichi legali e pendenze abnormi (tanto che è stata necessaria una legge, la 202/2010, per togliere di mezzo ogni ulteriore dissidio in Sicilia e lasciare a loro posto circa 416 dirigenti) il concorso a dirigente scolastico bandito nel 2004 (in quel caso ricordiamo la preselezione era affidata ai titoli, ma regolarmente aggirata con sospensive del Tar), nel 2008 il concorso a dirigente tecnico è inopinatamente ancora bloccato, mentre sappiamo con certezza che un gruppo di circa 250, tra dirigenti e insegnanti, è sulla via della legge per avere riconosciuto il punteggio (non riconosciuto prioritariamente dai funzionari Miur ma poi riconosciuto e pubblicato) conquistato ai quiz preselettivi, ma che ha in ogni caso impedito loro di partecipare alle prove scritte per 145 posti.
E’ ammissibile tanta scorretta superficialità, dopo i sacrifici
fatti per superare le preselezioni? Ma è così, né il Miur ha dato
soddisfazione dell’errore, permettendo loro il legittimo svolgimento
degli esami. E come se non bastasse leggiamo che qualcuno sibila che
i presidi non dovevano partecipare perchè già sono già dirigenti,
scolastici e non tecnici, ma comunque a disposizione del Miur per
ispezioni e funzioni di questo tipo. Contenziosi dunque che gettano
ombre sulla correttezza di una funzione importante. Il primo grande conflitto nasce sulla affidabilità dei test preselettivi formulati dalla Formez-Italia per reclutare 2300 dirigenti scolastici con bando del 2011. Oltre al caos, determinato dalle attese e dalle evidenti irregolarità di gestione in alcune sedi, salta subito agli occhi che i test sono pieni di errori e omissioni; immancabili partono i ricorsi e le conseguenti richieste di sospensive, accordate talune dai Tar altre no, mentre il succo amaro è la latitanza forzosa di ogni etica professionale e culturale, dal momento che manca il principio base che fa girare le società civili: la legalità legale con la linearità di ogni singola operazione e la certezza del diritto. Concorso in bilico e pruriginoso nelle linee generali dei quiz e concorso in bilico e permaloso anche sui fronti delle correzioni, tant’è che in alcune regioni si è in fibrillante attesa di sentenze e giudizi. E mentre è in corso la ballata triste del concorso a preside, fra una assonanza e l’altra parte il cantastorie delle prove Tfa con le sue preselezioni a quiz. Una ingiuria, una nefandezza, una calamità gridano gli intellettuali inferociti, sia contro le domande “Rischiatutto” (o lascia o raddoppia), sia contro le modalità e sia contro gli estensori. E partono pure i ricorsi in contemporanea, anche perché un posto di lavoro e l’insegnamento in particolare, non si può lasciare al caso o alle avventure nella jungla dei cristalli di domande errate o formulate a istinto. Il Miur se per un verso corre ai ripari, ammettendo il più possibile di candidati dopo avere capito l’enormità che è stata commessa, per l’altro scontenta i promossi che si sentono fregati, come i loro colleghi che sentono cattivo odore di turlupinatura. Lotte fratricide e congiure, mentre l’istituto del concorso sta a guardare: le stelle? Chissà. Sta di fatto che di concorso lisci come l’olio non ne è scivolato uno, ma nemmeno uno, come quel gol della “bandiera” atteso ma che mai arriva. |