Concorso docenti, Profumo: E' il primo bando dopo 13 anni, a ottobre i test. Cambia il sistema di valutazione, tornano gli ispettori. Aumento organici entro fine agosto di Carla Massi Il Messaggero, 25.8.2012
ROMA - «Volevamo dare un segnale forte. E’ il momento di prendere
decisioni e fare scelte importanti per le nuove generazioni.
Evitando, come ha detto Mario Monti, di rammaricarci per una
“generazione perduta”.Scuola e università, nella ripresa autunnale,
dovranno affrontare molte sfide. Il programma di azione, nei
prossimi mesi, è quasi temerario. Dobbiamo dare, in tempi brevi, una
migliore scolarità a tutta la popolazione e dobbiamo pensare in modo
concreto al futuro prossimo venturo. Ai giovani che domani
cercheranno un lavoro». E’ soddisfatto il ministro dell’Istruzione e
della Ricerca Francesco Profumo che ha lasciato Palazzo Chigi molto
prima dei suoi colleghi rimasti a discutere dal mattino fin verso le
19.
«Le immissioni in ruolo dei docenti e dei dirigenti erano già state
annunciate. Dobbiamo aspettare che tutto venga formalizzato ma
possiamo dire di aver concluso questa fase».
«Le risorse erano già state stabilite, nessun ostacolo».
«Anche per loro sono in arrivo sessanta insegnanti».
«Sì, torna il concorso. Il bando verrà pubblicato il 24 settembre.
Quasi dodicimila posti, in primavera ne è previsto un altro».
«Un regolare concorso, esattamente. Per la maggior parte degli
insegnamenti l’ultima prova risale al 1999. Per alcuni addirittura
al 1990».
«Potranno accedere tutti coloro che sono in possesso dell’abilitazione
con poche eccezioni»
«Sicuramente avremo un gran numero di iscrizioni al concorso. Per
questo è stata prevista una prova selettiva che si svolgerà verso la
fine di ottobre. Ai candidati verranno sottoposti dei test uguali
per tutte le classi di concorso. A gennaio la prova scritta e poi
quella orale».
«L’obiettivo è anche quello di portare in classe docenti più giovani.
Vicini ai nuovi insegnamenti, alle tecnologie avanzate».
«E’ un sistema che ha lo scopo di valutare le scuole e i dirigenti
scolastici migliori».
«Non lo definirei supercontrollo. Abbiamo preparato una griglia che
raccoglie le diverse caratteristiche di ogni tipo di scuola per far
sì che gli istituti facciano un’autovalutazione. I programmi,
l’organizzazione, la spesa, la capacità di elaborare progetti a
breve e lunga scadenza. Una volta fatto questo lavoro si rivedrà
eventualmente l’autovalutazione».
«Parliamo di valutazione, è meglio. Questo sistema è basato
sostanzialmente su tre strumenti: l’Invalsi, l’Indire l’Agenzia per
lo sviluppo dell’autonomia scolastica e il corpo ispettivo».
«Esatto. Ma, attenzione, non parliamo di sanzioni o premi.
L’intenzione è quella di rendere pubblico il rendimento della
scuola. Come riesce a lavorare sulla formazione».
«Per sostenere questa generazione e per pensare a quelle che verranno.
Dobbiamo lavorare per ridare forza a breve termine con le assunzioni
ma anche a lungo termine. E lo faremo con la cultura del merito, per
esempio».
«Ho fiducia nel sistema di valutazione messo a punto. Sovrapponibile a
quello degli altri Paesi. Servirà a tutti, studenti e insegnanti.
L’obiettivo è quello migliorare l’efficienza complessiva e il
servizio».
«Non le chiede, si tratta di riorganizzare i sistemi di verifica. Un
nuovo modo per sostenere i piani di miglioramento».
«Credo proprio di sì. E’ interesse anche loro dare nobiltà alla
scuola».
«Basta poco per vedere gli effetti. Anche nelle zone, al Sud in
particolare, che lottano con i problemi economici e dispersione
scolastica».
«Per la scuola si tratta essenzialmente di riorganizzazione delle
risorse. Certo è che anche il ministero dell’Istruzione deve dare un
contributo al Paese che sta affrontando seri problemi economici.
Credo che gli effetti della spending review siano tollerabili per la
ricerca. Che, nel complesso, deve rivedere alcune procedure».
«Gli enti di ricerca dovranno riconsiderare i modelli di gestione. Che
vuol dire mettere i nostri istituti e centri in grado di ottenere
più finanziamenti europei». «Per quest’anno, la maggior parte degli istituti, lavorerà sul cartaceo ma stiamo lavorando perché si passi all’e-book. Questo permetterà alle famiglie di risparmiare. E di aver più fiducia nella scuola». |