IL CASO TFA

Test per nuovi docenti:
errori e quiz assurdi

di Paolo Ferrario Avvenire, 5.8.2012

Monta la protesta sui test di ammissione al Tfa, il Tirocinio formativo attivo per conseguire l’abilitazione all’insegnamento nelle scuole superiori. A fare scalpore è l’esito delle prove per alcune classi di concorso (materie), che hanno visto una vera e propria “ecatombe” di candidati. Il caso più clamoroso si è verificato per la classe di concorso A036 (Filosofia, Psicologia e Scienze dell’educazione), dove su 4.135 partecipanti (rispetto ai 603 posti disponibili), gli ammessi sono stati 144, pari al 3,48% del totale dei candidati e al 23,88% dei posti a disposizione. In otto università dove si è svolta la prova (Cagliari, Calabria, Cassino e Lazio meridionale, Milano, Lumsa, Sassari, Trento e Urbino), nessuno degli aspiranti professori di Filosofia è riuscito a superare la prova. In altre, come Catania e Torino, i promossi sono stati, rispettivamente, 2 su 270 e 9 su 112.

Secondo le testimonianze di candidati delusi pubblicate dal sito orizzontescuola.it, a determinare questa “strage” è stata la composizione stessa delle 60 domande, considerate da molti troppo difficili e, anche, contraddittorie. Se non addirittura sbagliate. Come quella della classe A051 (Materie letterarie e Latino) su Buzzati, che non ha scritto “Qualcosa era accaduto”, come indicato nel test, ma “Qualcosa era successo”. Un errore davvero marchiano.

Insomma, con queste premesse, davvero tanti hanno avuto serie difficoltà a rispondere correttamente a 42 quesiti su 60, la soglia minima per poter accedere alle due prove successive, organizzate dalle università, per poi essere ammessi al Tfa. Prove che, però, adesso diventano un’incognita sulla quale il Ministero dell’Istruzione sarà chiamato a fare chiarezza al più presto. Potranno presentarsi soltanto gli ammessi? Che fine faranno i bocciati che, lo ricordiamo, per alcune classi di concorso superano il 95% dei candidati? Della questione è stato investito direttamente il ministro Francesco Profumo che, nei prossimi giorni, riunirà gli esperti di viale Trastevere per venire a capo del problema.

Per il momento, autorevoli fonti interne al Ministero, si limitano a confermare che la stesura delle domande, ad opera di una commissione di più di cento esperti per le diverse materie, «risale a circa un anno fa», il 5 agosto 2011, è quindi «la responsabilità ricade per intero sul precedente ministro».

Resisi conto del problema, ora al Miur stanno «cercando di rimediare». «In effetti – ammettono – alcune domande erano troppo nozionistiche, mentre altre erano proprio sbagliate». Una volta accertati gli errori, dal Ministero assicurano che, per i quesiti formulati in maniera errata, saranno considerate valide tutte le risposte date.

Ma le notizie più importanti riguardano i bocciati nelle classi di concorso con meno del 10% dei promossi. A questi candidati sarà data presto una nuova possibilità. Entro l’estate, infatti, il Miur nominerà una nuova commissione di esperti, allargata anche al mondo dell’Università e della scuola, alla quale indicherà i criteri per la redazione di nuovi test che, valevoli per l’anno accademico 2012-2013, saranno effettuati in autunno. A queste nuove selezioni potranno partecipare anche i candidati bocciati, esclusivamente, però, delle classi di concorso con meno del 10% dei promossi. E, particolare non secondario, all’atto dell’iscrizione non dovranno più versare il contributo di 100 euro, già pagato per sostenere la prova oggi oggetto di contestazione.

Al Ministero, infine, stanno anche valutando la possibilità di organizzare un nuovo test di selezione per le classi di concorso che, pur avendo avuto più del 10% dei promossi, non sono riuscite a coprire per intero i posti messi a disposizione dalle università per lo svolgimento del Tirocinio formativo attivo. Su tutta questa partita, nei prossimi giorni dovrebbe uscire una nota ufficiale del ministro Profumo, che, si spera, metta qualche punto fermo in una vicenda dai contorni ancora non del tutto chiari.​