Idee & Opinioni

L'Italia è un Paese per Vecchi?
ultimo Appello per salvare la Scuola

Giovanni Belardelli Il Corriere della Sera, 9.9.2011

L'appello in difesa della possibilità di accesso delle nuove generazioni alla professione di insegnante porta alla ribalta un fenomeno non nuovo: da tempo le politiche ministeriali dell'istruzione hanno messo di fatto al primo posto non la formazione e selezione dei nuovi docenti, bensì il collocamento in ruolo della massa di precari formatasi per colpa delle politiche clientelari, praticate più o meno da tutti i governi, nonché delle pressioni corporative dei sindacati della scuola.

Inizialmente era sembrato che il ministro Gelmini volesse contrastare quelle politiche e quelle pressioni: un anno fa dichiarò che non si poteva continuare a scaricare sulla scuola l'enorme problema sociale dei docenti precari, per il quale si sarebbero dovute trovare soluzioni diverse, che non trasformassero il sistema scolastico in una grande agenzia di collocamento. Il suo recente decreto, che bloccherebbe per anni l'accesso all'insegnamento nelle scuole secondarie di primo e secondo grado, mostra un mutamento di rotta. Con quali conseguenze per il Paese lo spiegano bene gli estensori dell'appello L'Italia è un Paese per vecchi? quando prevedono, se il decreto non verrà radicalmente modificato, un aumento dell' età del corpo docente e una crisi di quelle facoltà universitarie che vengono scelte anche nella prospettiva dell' insegnamento.

Ma le conseguenze più gravi sono forse altre due. La prima, già contenuta nel titolo stesso dell'appello (basta eliminare il punto interrogativo), è che la decisione del ministro conferma come negli ultimi decenni - si tratti del sistema pensionistico, del mercato del lavoro ovvero dell'accesso all'insegnamento - siamo diventati sempre più un Paese per vecchi, a causa delle decisioni prese (o più spesso non prese) da tutti i governi e da tutte le opposizioni. In secondo luogo, il decreto conferma come l'Italia - e qui purtroppo la cultura maggioritaria nel Paese si trova in pieno accordo con gli orientamenti dei vari governi - sia sostanzialmente allergica a tutto ciò che ha a che fare con il merito e con la selezione, gli unici criteri alternativi al metodo dell'immissione dei precari per legge.