DIRITTO di CRONACA

Il tunnel della Gelmini

Flavia Amabile La Stampa, 25.9.2011

E’ diventato in un istante un tormentone il tunnel della Gelmini. Su Internet ieri le battute si sono sprecate mentre la notizia viaggiava anche lei quasi più veloce della luce. Tutto nasce da un comunicato diffuso due sere fa dal ministero dell'Istruzione e pubblicato sul sito del dicastero. Il ministro plaude alla «scoperta del Cern di Ginevra e dell'Istituto nazionale di fisica nucleare» sui neutrini, «un avvenimento scientifico di fondamentale importanza». E sottolinea che «alla costruzione del tunnel tra il Cern ed i laboratori del Gran Sasso, attraverso il quale si è svolto l'esperimento, l'Italia ha contribuito con uno stanziamento oggi stimabile intorno ai 45 milioni di euro».

Così come è scritta la frase si presta all’equivoco,
e nessuno si tira indietro: una galleria tra l’Abruzzo e la Svizzera non esiste, e i bloggers ne approfittano. Su Twitter Gba Mediamondo scrive: «Code di neutrini in ingresso al Gran Sasso: si consigliano percorsi alternativi». Slan parla di furbizia: «I neutrini hanno fatto la Tav alla faccia nostra». Crislomb annuncia che «il Torpedone tunnel Cern-Gran Sasso in partenza davanti al ministero della Ricerca. Orari: uno ogni nanosecondo». Su Facebook Peppe Liberti: «Il tunnel tra il Cern e i laboratori del Gran Sasso è come il Ponte sullo Stretto, è costato un casino ma non c'è».

Subito dopo arrivano anche i comunicati ufficiali.
Anche i Ricercatori della Rete 29 aprile ironizzano: «Non ce ne eravamo accorti, ma il ministero dell'Istruzione dell'università e della ricerca italiano ne è sicuro. Esiste un tunnel di 732 chilometri tra il Cern di Ginevra e il Gran Sasso e non lo sapevamo». Manuela Ghizzoni, capogruppo Pd nella commissione Cultura della Camera dei Deputati se la prende con la Gelmini che: «evidentemente digiuna di fisica, si fida di collaboratori che le mettono in bocca dichiarazioni che scatenano l'ilarità del globo». Anche Francesca Puglisi, responsabile Scuola del Pd, se la prende con la Gelmini: «Un ministro che ci copre di ridicolo di fronte al mondo e non sarà neppure possibile ripararsi sotto al tunnel».

L’Unione degli Universitari
e la Flc-Cgil chiedono le dimissioni del ministro che «probabilmente il ministro si è persa in altri tunnel inseguendo il bianconiglio o il cappellaio matto», ironizza l’Udu.
Il ministero risponde con un comunicato secco. Parla di «polemiche ridicole», assicura che non si voleva parlare di un tunnel che «materialmente» collegasse il Cern di Ginevra al Gran Sasso ma che si riferiva al tunnel «nel quale circolano i protoni dalle cui collisioni ha origine il fascio di neutrini che attraversando la terra raggiunge il Gran Sasso».

Parole che cadono nel vuoto.
Il web è senza pietà. Le prese in giro sono inarrestabili, diventano una valanga che costringe la Gelmini ad un minimo di autocritica. In un secondo comunicato, arrivato dopo le sei di sera, i toni appaiono un po’ diversi: «Premesso che il comunicato stampa del Miur poteva essere formulato in maniera più precisa, è in malafede chi ritiene che qualcuno al Ministero possa pensare veramente che esista un tunnel di questo tipo. Il vero tunnel è quello di chi alimenta polemiche pretestuose prive di senso, proprio in un momento storico per la ricerca italiana».

A difenderla scende in campo anche Roberto Petronzio,
presidente dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, curatore dell’esperimento sul superamento della velocità della luce: «Una polemica del tutto strumentale e pretestuosa. È ovvio che il ministero dell’Istruzione si riferisse al tunnel lungo un km, che l’Italia ha contribuito a costruire, al cui interno viene lanciato il fascio di protoni». Anche Valentina Aprea del Pdl, presidente della commissione Cultura alla Camera, non fa mancare il suo sostegno: «È la sinistra che si ricopre di ridicolo montando una polemica surreale non prendendo occasione di strumentalizzare un comunicato del Ministero che come ovvio si riferisce al tunnel al cui interno sono stati lanciati i protoni».