Straniero il 7,5% degli alunni in Italia
Maggiore la presenza alle elementari (8,7%). A
Mantova, Prato e Piacenza la più alta incidenza. I quindicenni
stranieri frequentano di più istituti tecnici e professionali e
aspirano a qualifiche scolastiche più modeste.
dalla
Fondazione Leone Moressa, 2.9.2011
Nel 2010 risultavano iscritti alla scuola italiana 673.800 stranieri,
il 7,5% del totale degli iscritti, segnando una crescita complessiva
del 7,0% nell’ultimo anno e dell’81,1% rispetto al 2005. Tra i
quindicenni la maggior parte è di prima generazione e, tra loro, più
della metà è arrivata in Italia da meno di sei anni. Aspirano a
titoli di studio più modesti rispetto ai compagni italiani dato che
appena uno su tre vorrebbe laurearsi. Frequentano di più istituti
tecnici e professionali. Questi alcuni dei risultati di una ricerca
sulla presenza degli stranieri nelle scuole italiane realizzata
dalla Fondazione Leone Moressa, che ha tracciato l’identikit dello
studente straniero quindicenne prendendo l’avvio dall’indagine OCSE
PISA realizzata nel 2009.
Gli studenti quindicenni. Il
5,1% dei quindicenni intervistati è straniero, di cui il 3,9% è di
prima generazione e l’1,1% di seconda. Tra i primi, la maggior parte
è arrivata in Italia dopo aver compiuto il nono anno di età (25,3%
dai 9 agli 11 anni, il 23,0% dai 12 ai 14 anni e il 2,4% a 15 anni
compiuti), entrando quindi in età già avanzata nel sistema
scolastico. A differenza dei quindicenni italiani che per la maggior
parte frequentano il liceo (45,6%), gli stranieri sono iscritti di
più presso gli istituti professionali (30,3%) e tecnici (29,6%). Gli
alunni italiani e stranieri mostrano differenze anche per quanto
riguarda l’aspirazione al titolo di studio: i primi pensano di
conseguire la laurea specialistica – dottorato (nel 41,6% dei casi)
o la laurea triennale (9,0%), a fronte, rispettivamente, di appena
il 26,7% e il 6,3% degli stranieri, che pensano piuttosto di
conseguire il diploma di scuola superiore (34,4%) o la qualifica
professionale (25,8%). Tra gli stranieri il 13,1% ricorre a
ripetizioni di italiano e il 16% a quelle di matematica.
Famiglia e ambiente domestico.
Nel 67,4% delle case degli studenti stranieri intervistati si parla
principalmente una lingua diversa dall’italiano. I genitori degli
alunni stranieri svolgono prevalentemente professioni dalla media o
bassa specializzazione (sia che si tratti del padre che della madre)
e vivono maggiormente una situazione di disoccupazione rispetto alle
famiglie italiane. Gli studenti stranieri dispongono di ambienti
meno adatti allo studio rispetto ai compagni italiani, in
particolare riguardo alle dotazioni informatiche: l’88,6% degli
stranieri possiede un computer con cui fare i compiti e il 73,8%
possiede un collegamento alla rete internet, a fronte,
rispettivamente, del 95,7% e del 88,7% degli alunni italiani.
Inoltre, nelle abitazioni degli alunni stranieri non ci sono molti
libri negli scaffali: più della metà degli studenti stranieri ha
accesso a meno di 25 libri e addirittura nel 27% dei casi a meno di
10. Al contrario, gli alunni italiani hanno a disposizioni librerie
più fornite.
La presenza straniera nelle scuole.
Tra tutti gli ordini scolastici quello delle primarie fa registrare
la maggiore incidenza degli stranieri sul totale degli iscritti:
8,7%. Segue la scuola secondaria di primo grado con l’8,5%, la
scuola dell’infanzia con l’8,1% e la secondaria di secondo grado con
il 5,3%. Fatta eccezione per la scuola dell’infanzia, la quasi
totalità degli alunni stranieri è iscritta a una scuola pubblica. Ma
è la scuola superiore ad aver visto aumentare maggiormente la
presenza di alunni stranieri: se nell’ultimo anno la variazione è
stata del +9,7%, negli ultimi 5 anni si tratta del +123,5%. Più
contenuta la crescita nelle elementari (+4,4% nell’ultimo anno e
+65,4% nel quinquennio).
Per provincia. Nelle province di
Milano, Roma, Torino e Brescia si conta il maggior numero di
studenti stranieri. A Milano, ad esempio, si registrano 11.096
iscritti alla scuola dell’infanzia, 18.753 alla primaria, 11.244
alle medie e 12.203 alle superiori. Ma sono Prato, Mantova e
Piacenza le province dove si registra la maggior incidenza di alunni
stranieri sul totale degli alunni. Alle elementari e alle medie di
Prato quasi uno studente ogni cinque è straniero, a Mantova le
percentuali sfiorano il 20% anche per l’infanzia, mentre Piacenza
primeggia per le scuole superiori.
“La sempre maggiore presenza degli alunni stranieri nelle scuole
italiane” affermano i ricercatori della Fondazione Leone Moressa
“alimenta il dibattito sulle politiche formative rivolte ai giovani
migranti: dalle norme al diritto allo studio, alla garanzia di
un’offerta educativa di qualità. La scelta degli alunni stranieri di
frequentare di più scuole tecniche o professionali, le più modeste
aspirazioni in termini di titolo di studio conseguito e il basso
profilo occupazionale dei genitori sembra evidenziare una notevole
divario rispetto ai compagni italiani. Inoltre, l’entrata degli
alunni stranieri nel contesto scolastico italiano in età avanzata
pone delle problematicità in fase di inserimento e di accoglienza,
soprattutto a causa della scarsa o nulla conoscenza della lingua
italiana. Sebbene la presenza straniera nelle scuole possa essere di
per sé una fonte di fragilità se mal governata, costituisce invece
una risorsa da valorizzare, dal momento che i primi processi di
integrazione avvengono anche tra i banchi di scuola, dove italiani e
stranieri si trovano a confrontarsi e a conoscersi”.