Ocse. Il rito delle critiche da TuttoscuolaNews, n. 502 19.9.2011 L’Ocse ha diffuso nei giorni scorsi i risultati del rapporto sullo stato dell’istruzione/formazione nel mondo sui dati relativi agli anni 2008-2009. Il Rapporto, scaricabile nelle versioni in inglese e in francese dal sito dell’Ocse (www.oecd.org) consta di 533 pagine con notazioni, commenti, grafici e tabelle. Dell’intero rapporto è stato fatta una sintesi nella versione italiana, ridotta a sole 5 pagine, per la divulgazione immediata sui media che hanno colto l’occasione per evidenziare numerose criticità del nostro sistema. I commenti immediati si sono basati su quella sintesi e, spesso, nemmeno su quella: i commenti sono avvenuti per lo più sui commenti degli altri e sulle sintetiche notizie di agenzia della prima ora. Poi più nulla, come è avvenuto l’anno scorso per il Rapporto 2010 e l’anno prima per il Rapporto 2009 e così via. Il Rapporto si è consumato nel volgere di due giorni, poi è scomparso dai commenti, come se si trattasse di un elemento congiunturale, di un fatto “cotto e mangiato”, da utilizzare a favore, o molto più spesso contro il ministro dell’istruzione di turno colpevole di quanto si è venuto strutturando e sedimentando nel corso degli anni nel nostro sistema di istruzione. Ancora una volta si brucia un’occasione per una riflessione sulle condizioni strutturali del nostro sistema di istruzione le cui caratteristiche attuali sono il risultato di anni di gestione amministrativa, di piccole o grandi riforme (più o meno riuscite), di sperimentazioni e di impegno di tanti operatori scolastici. Vorremmo che, passata questa fase di valutazione superficiale e corsara, qualcuno (magari lo stesso Ministero dell’istruzione) facesse di quel Rapporto - e di altri analoghi, come il “Rapporto sulla qualità nella scuola” di Tuttoscuola - l’oggetto di un seminario o di un convegno nazionale che avesse l’obiettivo non di giustificare le situazioni critiche ma di cercare, partendo dall’analisi dei dati, un modo condiviso per superarle. |