Stop alle classi con troppi stranieri, di A.G. La Tecnica della Scuola, 15.9.2011 Il giudice ha ascoltato la mamma marocchina di uno dei 15 bambini stranieri a cui è stata negata l’iscrizione nello storico istituto di via Paravia: è vedova ed avendo altri quattro figli è stata costretta a lasciare quello di 6 anni dalla nonna in Marocco. Presto sarà la volta del preside e dei genitori che non hanno fatto ricorso. Intanto gli alunni sono “sparpagliati”. Si arricchisce sempre più di particolari la decisione dell’Usr della Lombardia di non concedere l’autorizzazione alla formazione della prima classe dell’istituto primario “Lombardo Radice” di via Paravia a Milano poiché le domande di iscrizione, composte quasi totalmente da famiglie di origine non italiana, 15 su 17 complessive, non permettevano di rispettare il tetto del 30% di stranieri per classe imposto dal ministro Gelmini nel 2009 con il preciso scopo di evitare la formazione di classi “ghetto”. Alcune famiglie, sorrette da una coalizione di partiti e sindacati, hanno presentato formale ricorso per discriminazione contro l’operato dell'Ufficio scolastico regionale e del ministero dell'Istruzione. E il giudice della prima sezione civile nell’avviare il procedimento processuale non ha tardato ad ascoltare i diretti interessati. La prima a spiegare gli effetti negativi della decisione dell’Usr lombardo è stata una donna marocchina: la donna ha spiegato di aver voluto iscrivere il bimbo di 6 anni, attualmente lasciato in Marocco, nella stessa scuola della sorellina per evitare di dover accompagnare ciascun figlio in una scuola diversa. “Ho lasciato mio figlio in Marocco - ha detto al giudice - perché sono vedova di un uomo italiano e ne ho altri quattro, da accompagnare ognuno in una scuola diversa, e una di queste è quella di via Paravia, dove speravo di iscrivere anche quello che è rimasto dalla nonna materna”. Il giudice ha anche ascoltato un dipendente dell’Ufficio scolastico regionale che ha spiegato come la decisione di non autorizzare la prima classe sia stata presa ad ottobre dopo la raccolta delle iscrizioni e l'esame della cittadinanza: quando il netto sbilanciamento a favore degli alunni di origini non italiane si è in pratica reso evidente. Per avere un quadro il più possibile completo, in occasione della prossima udienza, non ancora fissata, il giudice sentirà anche il dirigente scolastico dell’istituto di via Paravia e altri due genitori che non hanno firmato la denuncia. Intanto, però, l’anno scolastico è iniziato ed i 15 bambini stranieri sono stati dirottati in scuole primarie limitrofe a quella di via Paravia. |