EDITORIALE

I muri del Medioevo

di Alessandro Zuin Il Corriere del Veneto, 15.9.2011

Sostengono i leghisti, forza maggioritaria in Regione Veneto, che in tempo di crisi e di risorse limitate come questo, è «logico e legittimo» (aggettivi a cura di Federico Caner, capogruppo della Lega Nord in consiglio regionale) concedere precedenza assoluta a quanti risiedono o lavorano in Veneto da almeno 15 anni. E per questo hanno avviato un pacchetto di proposte di legge che mirano ad applicare il principio di preferenza territoriale nelle graduatorie per gli alloggi popolari, gli asili nido, i buoni scuola. Potenza delle coincidenze, è di ieri la notizia che la Corte Costituzionale, esprimendosi sulla questione sollevata dal ricorso di un insegnante veneto - veneto, non turcomanno -, ha cancellato un articolo di una legge della Provincia autonoma di Trento, che dispensava bonus ai docenti locali, relegando in fondo alle graduatorie quelli provenienti d’oltre confine provinciale. Un ottimo e autorevole esempio per illustrare un’evidenza probabilmente sfuggita ai leghisti: ci può sempre essere un vicino che, magari invocando le ragioni della sua speciale autonomia, è pronto ad alzare barriere autarchiche più alte delle nostre.

E se il Veneto dovesse dare precedenza ai veneti, il Trentino e l’Alto Adige privilegiassero gli autoctoni (cosa che in effetti accade già regolarmente, sempre in nomedella suddetta autonomia), la Lombardia reagisse creando corsie preferenziali per i lombardi e quindi l’Emilia Romagna, quasi costretta dagli eventi, si tutelasse istituendo riserve speciali per gli emiliani, piomberemmo in un Medio Evo moderno che negherebbe i presupposti stessi della mobilità sociale, una delle forze propulsive che mandano avanti un Paese. In tempo di crisi, si potrebbe obiettare alla Lega - e ai suoi alleati del Pdl, che le tengono bordone -, non i veneti quindicennali dovrebbero venire prima, bensì caso mai le famiglie e gli individui che le compongono. A cominciare dai più piccoli, i bambini che vanno all’asilo nido o alla scuola dell’obbligo: creare disparità tra quanti appartengono a nuclei familiari di lunga residenza e i figli dell’ultima ondata migratoria, sia essa interna o esterna, è un’idea detestabile, oltre che intrinsecamente miope. E i suoi sostenitori dovrebbero rispondere a quest’altra domanda: è più giusto e preferibile concedere diritto di precedenza a un veneto doc che magari ha evaso il Fisco oppure garantire pari condizioni di accessibilità ai servizi pubblici ai «nuovi veneti» che, in regola con il lavoro e con le tasse, contribuiscono al benessere collettivo? Noi scegliamo la seconda. C’è, nel «prima i veneti» proclamato dalla Lega, un’impalcatura ideologica incomprensibile. Per questo, pur comprendendo i vincoli di coalizione e la continua rincorsa a sintonizzarsi con il presunto gradimento della pubblica opinione, sorprende che un partito come il Pdl, che a parole si richiama ai valori liberali e del popolarismo europeo, segua e insegua i leghisti su questi temi. Con la certezza, per di più, di arrivare sempre e comunque secondo.