scuola.

Veneto: «l'immigrazione è un problema»

L'assessore Donazzan sulla scuola di Montecchio Maggiore,
dove il 100% degli alunni è straniero

  Vita, 6.9.2011

A pochi giorni dall’inizio dell’anno scolastico, l’Assessore regionale del Veneto all’istruzione Elena Donazzan svolge alcune considerazioni sul numero di bambini stranieri nelle classi. “Parliamo di numeri importanti – dichiara – spesso concentrati in alcune zone. Avevamo ipotizzato già qualche anno fa che la situazione avrebbe portato a una forma di nomadismo all’interno della scuola con famiglie di bambini italiani che avrebbero spostato i loro figli a seconda del numero di bambini stranieri presenti. E questo aveva fatto accettare la proposta del Veneto di definire una quota pari al 30% di stranieri presenti all’interno delle classi. Oggi è soprattutto un problema di organizzazione che sta in capo all’autonomia scolastica. Il decreto nazionale ha previsto che vi sia questo tetto, su nostro suggerimento, e la competenza nel farlo applicare è dei presidi e dei dirigenti. Certo – sottolinea Donazzan - ci sono realtà particolarmente delicate dove c’è l’80% il 90% di ragazzi stranieri. E’ un problema grave, dovuto anche al fatto che nel passato non è stata fatta una buona politica di inserimento scolastico, e neanche una buona politica abitativa. Penso al caso di Montecchio Maggiore dove in una realtà di periferia c’è la presenza del 100% di studenti stranieri provenienti peraltro da quartieri progressivamente abitati solo da stranieri”.

Sul come affrontare la situazione, l’Assessore con lunga militanza in An rileva che: “va arginata per forza, tramite un buon coordinamento e l’assunzione di una responsabilità forte del dirigente perché tocca a lui imporre la definizione delle classi. Questo cozza con la libertà di scelta, perché una famiglia vuole iscrivere il proprio figlio dove meglio crede, ma – fa presente la rappresentante del governo veneto – ciò pone inevitabilmente l’altro dato, il rischio della ghettizzazione con il peggioramento progressivo in alcune situazioni e con il mancato raggiungimento dei livelli d’istruzione da parte dei ragazzi più fragili e degli stranieri”.

“Alcuni anni fa - aggiunge Donazzan - il multiculturalismo era considerata la migliore delle società possibili: io non l’ho mai creduto. Infatti oggi riscontriamo questo grave problema, che è problema di inserimento, di coabitazione, di vivibilità delle aree, e sono necessarie politiche forti, anche coraggiose, anche non politicamente corrette. Ricordo poi che i genitori non sono una categoria diversa dal cittadino che partecipa alle dinamiche di una società. Tutti noi siamo responsabili per parte di ciò che accade. Un cittadino che dice semplicemente questo problema lo deve risolvere lo Stato non è un buon cittadino, ma neanche un buon genitore, o un buon insegnante. E’ un’assunzione di responsabilità - conclude - che deve essere fatta da parte di tutti. L’immigrazione è un problema? Sì lo è. Va gestito? Io credo di sì, indubbiamente con una forte coesione, ma anche con decisioni che vanno prese. Lasciare le cose così come stanno nel nome di una libertà non meglio definita o di una deresponsabilizzazione perché è qualcun altro che deve pensarci non fa bene a nessuno”.